Nuovo rischio RC Auto, il bonus-malus è un fallimento: assicurazioni in tilt e guidatori nel mirino dei rincari
Il sistema bonus-malus non funziona più e gli automobilisti cominciano a stufarsi: c’è chi spinge per il cambiamento.
Da anni, il settore delle assicurazioni auto in Italia è bloccato su un bivio: rinnovarsi o restare fermo? Il sistema delle polizze RC Auto è da sempre un punto di riferimento per gestire il rischio dei guidatori, ma ora qualcosa non torna più. Le abitudini di guida cambiano, la tecnologia avanza, ma il sistema sembra fermo agli anni ’90. In tutto questo, gli automobilisti iniziano a perdere la pazienza.
Il famoso sistema bonus-malus — quello che dovrebbe premiare chi guida bene e punire chi combina guai — ormai fa acqua da tutte le parti. Se il tuo comportamento al volante non incide davvero sul costo della polizza, che senso ha? E così, cresce la frustrazione. Pagare lo stesso premio sia che tu sia prudente come un monaco tibetano o spericolato come un pilota di Formula 1… beh, non è proprio giusto.
Nel frattempo, le innovazioni tecnologiche stanno rivoluzionando tutto: telemetria, algoritmi, intelligenza artificiale. Sono lì, pronti a migliorare le cose, eppure il settore assicurativo sembra essere rimasto indietro. Si potrebbero personalizzare le tariffe, rendere tutto più equo… ma no, si resta incagliati nei soliti vecchi schemi.
E allora, ecco la domanda che sorge spontanea: come si fa a rendere il sistema giusto senza far saltare il banco delle assicurazioni? Trovare l’equilibrio tra proteggere i guidatori e garantire stabilità economica non è una passeggiata.
Il bonus-malus, un sistema invecchiato male
Doveva essere una garanzia di giustizia: il bonus-malus premiava chi stava attento e faceva pagare di più chi guidava come un pazzo. Oggi? Non funziona più. Se il 90% dei guidatori è in classe 1, qualcosa non va. Tutti pagano cifre simili, a prescindere da come guidano davvero. Risultato? Zero incentivi a migliorare e tanta frustrazione.
E se si decidesse di abolirlo? Ok, ma attenzione: senza un’alternativa chiara, le assicurazioni potrebbero iniziare a sparare prezzi a caso. Addio trasparenza. Qualcuno ha proposto cose nuove, come un attestato di rischio più dettagliato o la possibilità di cambiare assicurazione come si fa con gli operatori telefonici. Belle idee, ma sono davvero fattibili?
L’Ivass e le nuove tecnologie: serve una scossa
L’Ivass — l’ente che controlla le assicurazioni — sta spingendo per una riforma seria del sistema. Non basta più sistemare qua e là, serve qualcosa di più profondo. Tipo? Usare la tecnologia. Ci sono app come Preventivass, che permettono di confrontare i prezzi delle diverse compagnie. Ma se nessuno le usa, servono davvero? Oltre a queste idee tech, si parla anche di combattere l’evasione (sì, esistono ancora furbetti senza polizza) e di velocizzare i risarcimenti.
Ma le compagnie devono anche affrontare altri problemi: costi alle stelle, gestione dei sinistri e lotta contro le truffe. La verità è che i premi delle polizze stanno aumentando. Nel 2023, la media è arrivata a 416 euro. E perché? Colpa dell’inflazione e di altri mille fattori. Gli automobilisti vedono il conto salire e si chiedono: ma perché pago così tanto? E soprattutto, ricevo davvero un servizio che vale quei soldi? Se qualcosa non cambia, rischiamo di avere un sistema assicurativo che crolla sotto il peso delle sue stesse inefficienze. E a pagare, come sempre, saranno i guidatori.