Nuova tassa auto, se l’erano dimenticata: in queste ore sta arrivando a tutti da pagare con urgenza | Stangata di inizio anno
Negli ultimi giorni si è tornato a parlare di una tassa legata alle automobili riemersa all’improvviso, sorprendendo tutti.
Migliaia di automobilisti stanno facendo i conti con una questione di cui, onestamente, molti sembravano ignorare l’esistenza. E così, tra dubbi e arrabbiature, questa faccenda è diventata un argomento caldo, specialmente tra chi non ama le sorprese in bolletta.
D’altra parte, negli ultimi anni si è insistito parecchio sul tema delle emissioni inquinanti. Sappiamo tutti quanto sia importante cercare di ridurre l’impatto ambientale, ma non sempre è chiaro come queste misure vengano applicate nella vita reale. Quando poi entrano in gioco tasse aggiuntive, spesso complicate da capire, il rischio di confusione cresce.
Si parla tanto di mobilità sostenibile, veicoli ecologici, e della necessità di incentivare un cambiamento culturale. Ma le politiche fiscali introdotte con questo obiettivo finiscono a volte per colpire chi si trova già in difficoltà. E se l’intenzione è buona, la realtà dei fatti può essere frustrante. Come fai a rispettare una regola che magari neanche sapevi esistesse?
Ma come si arriva a una situazione così grottesca? L’idea che una tassa “persa di vista” ricompaia anni dopo sembra uscita da una sceneggiatura surreale. Tuttavia, non è la prima volta che accade qualcosa del genere. E il punto cruciale è che tutto potrebbe essere evitato se le informazioni fossero diffuse in modo più chiaro e tempestivo.
Cosa dice la legge
La tassa di cui si parla, introdotta nel 2019, mirava a scoraggiare l’acquisto di auto con emissioni di CO2 troppo alte. In pratica, tra il 1° marzo 2019 e il 31 dicembre 2021, chi comprava e immatricolava una macchina con emissioni superiori a 160 g/km doveva pagare un contributo extra. Ma qui arriva il problema: tanti non ne erano nemmeno al corrente.
Gli importi variavano parecchio, dai 1.100 euro per le emissioni più basse fino a 2.800 euro per i modelli che inquinano di più. E non riguardava solo i veicoli acquistati in Italia: anche quelli importati e poi registrati qui dovevano sottostare alla stessa regola. Ma cosa sta succedendo ora?
Ecco cosa sta succedendo adesso
In questi giorni, parecchie persone stanno ricevendo notifiche dall’Agenzia delle Entrate. Si parla di “atti di accertamento” che chiedono di pagare l’Ecotassa per auto comprate anni fa. È facile immaginare la reazione di chi si trova queste richieste senza preavviso: rabbia, confusione, e una serie di domande sul perché nessuno li avesse avvisati prima.
Alcune associazioni dei consumatori si sono mosse per aiutare chi è in difficoltà. Hanno creato guide pratiche per spiegare come controllare i documenti dell’auto e le emissioni riportate sul libretto. E per chi crede ci siano errori, c’è sempre la possibilità di chiedere un annullamento in autotutela, purché i numeri non tornino. Intanto, però, molti si ritrovano a dover pagare una tassa di cui, fino a ieri, non avevano mai sentito parlare.