Malessere in auto, arriva il ritiro patente immediato: la nuova legge non ti permette nemmeno di stare male
La nuova legge sul ritiro immediato della patente solleva interrogativi sui diritti degli automobilisti in caso di malessere alla guida.
Guidare dovrebbe essere un’attività sicura, qualcosa che fai con la tranquillità di sapere che, in caso di emergenza, puoi contare sul buon senso di chi ti circonda. Però, nella vita reale, non è sempre così semplice. Ci sono situazioni che spuntano dal nulla, eventi che non puoi controllare, e tutto si complica. Cosa succede, ad esempio, se ti senti male mentre sei al volante? Semplice: ti fermi. O almeno, questa dovrebbe essere la soluzione più logica.
Succede però che, in alcuni casi, anche fare la cosa giusta possa ritorcersi contro di te. Fermarsi perché non ti senti bene è un atto responsabile, ma la legge a volte non sa distinguere tra chi cerca di fare la cosa giusta e chi invece infrange le regole. Il risultato? Ci sono delle persone che finiscono nei guai, anche quando sono solo vittime di circostanze sfortunate.
Un malore improvviso non guarda in faccia a nessuno. Ti fermi, cerchi di gestire la situazione e magari speri che passi presto. Ma nel frattempo, se ti trovi in un contesto sbagliato – o incappi in un’applicazione troppo rigida delle normative – potresti trovarti in una situazione paradossale.
E qui arriviamo al punto: le regole devono esistere, certo, e devono essere severe, specie quando si parla di sicurezza stradale. Ma cosa succede quando una norma, così rigida da essere quasi inflessibile, non lascia spazio per valutare il contesto? Se l’intenzione è quella di garantire sicurezza, non dovrebbe anche esserci un margine per distinguere tra abuso e necessità?
Norme più rigide e confini poco chiari
Con le ultime modifiche al Codice della Strada, la faccenda è diventata ancora più seria. Le nuove leggi puntano a colpire duro chi guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze, ma non solo. Non c’è margine per scuse, e chi si rifiuta di fare l’alcoltest viene trattato come se fosse automaticamente colpevole. Ritiro immediato della patente, multe salate, conseguenze pesanti.
Da un lato, è un messaggio forte, chiaro e necessario per prevenire tragedie. Dall’altro, però, c’è il rischio di esagerare, di non distinguere i casi particolari. Se rifiuti di fare il test, non importa il motivo: vieni subito considerato come se fossi in torto, anche se, magari, il tuo rifiuto è dovuto a una situazione estrema, come un malore o un altro problema urgente.
Una storia assurda da Viterbo
Un caso recente ha fatto parlare di sé: a Viterbo, un avvocato si è visto ritirare la patente dopo essersi fermato a bordo strada per via di un malore, una probabile congestione. Gli agenti, insospettiti, gli hanno chiesto di sottoporsi all’alcoltest. Lui, che stava male e cercava solo di riprendersi, ha rifiutato. Risultato? Patente ritirata immediatamente a causa appunto del rifiuto, e per le nuove regole è come se fosse stato trovato ubriaco al volante.
Ma la sua storia non finisce qui. Il giudice, valutando le circostanze, gli ha dato ragione: il rifiuto del test era giustificato, vista la situazione eccezionale. Tuttavia, questo episodio solleva una domanda importante: quanto è giusto applicare una legge in modo cieco, senza tener conto del contesto?