Autocertificazione obbligatoria in auto, il precedente pericoloso che ci mette tutti in pericolo: se non ti denunci non guidi più
Bisogna autodenunciarsi con un autocertificazione obbligatoria. Queste azioni mettono in pericolo la vita di tutti quanti.
Negli ultimi anni, il tema della guida sotto l’influenza di droghe o alcol ha assunto un ruolo centrale nel dibattito pubblico, poiché rappresenta una delle principali cause di incidenti stradali con esiti spesso tragici.
La proposta di introdurre autocertificazioni in cui i cittadini dichiarano di non aver assunto sostanze prima di mettersi alla guida suscita molte riflessioni, sia dal punto di vista giuridico sia etico. Un’autocertificazione è una dichiarazione personale con valore legale, in cui un individuo attesta volontariamente una condizione o un fatto.
Nell’ambito della guida, l’autocertificazione potrebbe consistere in una dichiarazione preventiva firmata dal conducente, attestante la propria sobrietà prima di mettersi alla guida. Questo strumento è stato proposto come un possibile deterrente e un mezzo per responsabilizzare ulteriormente i cittadini.
Tuttavia, ci si chiede se un documento simile possa davvero influire sul comportamento degli automobilisti o se rischi di essere inefficace, se non addirittura controproducente. Una dichiarazione falsa non impedisce, di per sé, un comportamento pericoloso, e la sua utilità dipenderebbe dalla capacità di controllo e di sanzione delle autorità preposte.
Pro e contro dell’autocertificazione
Da un lato, l’autocertificazione può rappresentare un modo per stimolare la consapevolezza individuale. Scrivere e firmare una dichiarazione formale implica un’assunzione di responsabilità che potrebbe indurre una riflessione sull’importanza della sobrietà alla guida. Questo processo potrebbe avere un effetto psicologico positivo, specialmente in contesti educativi o preventivi.
D’altra parte, esistono diversi limiti pratici. Innanzitutto, un’autocertificazione non può garantire che il conducente agisca in conformità con quanto dichiarato. Alcuni potrebbero firmarla senza considerare le conseguenze legali di una dichiarazione falsa, vanificando l’effetto dissuasivo. Inoltre, vi sono problemi legati alla verifica: le forze dell’ordine dovrebbero comunque effettuare controlli con etilometri o test antidroga per accertare eventuali infrazioni.
Il caso del segretario dei radicali
A Roma, Filippo Blengino, segretario dei Radicali Italiani, si è autodenunciato per “guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti” come atto di disobbedienza civile contro la norma del codice della strada introdotta dal Ministro Salvini. Dopo aver assunto cannabis il sabato, Blengino si è messo alla guida il lunedì in piena lucidità, denunciando l’ingiustizia della legge che penalizza persone non alterate solo perché tracce di cannabis restano a lungo nell’organismo.
Blengino e Matteo Hallissey, presidente dei Radicali, definiscono la norma propagandistica, punitiva e priva di fondamento giuridico, impegnandosi a contestarla attraverso ulteriori azioni di disobbedienza e ricorsi in tribunale. Criticano la legge per il rischio di compromettere le vite di cittadini perfettamente lucidi.