Una decisione che affonda le sue radici nella necessità di produrre meno emissioni nocive. Scopri come cambieranno le accise nel prossimo quinquennio
La Commissione Finanze del Senato ha espresso il proprio parere favorevole in merito al decreto legislativo accise. Così facendo è stata posta la condizione di stabilire un riavvicinamento ‘in un congruo arco di tempo e nella misura compresa tra 1 e 2 centesimi di euro’ relativo alle aliquote applicate al gasolio e la benzina, tenendo conto dell’impatto sia in termini di costi, sia economico, che verrà prodotto dai differenti carburanti. E’ stato inoltre specificato che le risorse verranno interamente destinate al settore del trasporto pubblico locale.
Allineandosi alle direttive provenienti da Bruxelles, volte a dissuadere l’impiego dei carburanti che comportano maggiori emissioni di CO2 mediante un’effettiva penalizzazione fiscale, il Senato ha disposto un riallineamento dei costi, che andrà a generare un aumento delle accise sul gasolio, contrapposte ad un’attesa riduzione di quelle relative alla benzina.
Nel nostro paese si consumano annualmente circa 11 miliardi di litri di benzina, superati da quasi 20 unità in più dal gasolio, che si attesta su 28 miliardi complessivi. Le accise sul diesel pesano 0,61 euro al litro nel territorio italiano – la media dell’area euro si attesta sugli 0,53 -, mentre la benzina vede un valore pari a 0,68 euro in ambito continentale, con un peso nazionale collocabile sugli 0,72 euro.
Ciò vuol dire che il riallineamento, una volta ultimato, genererebbe un profittevole guadagno per il Governo, attestabile attorno ai 600 milioni di euro. I dati sono consultabili mediante il servizio ‘Osservaprezzi Carburante‘ erogato in forma totalmente digitale dal sito ufficiale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy
Il relatore alla norma Trevisi ha esposto come l’approvazione del decreto comporterà un decisivo e drastico riallineamento, volto a favorire in termini di spese coloro che inquineranno meno. Da un lato il diesel subirà un aumento per potersi effettivamente riallineare con la benzina, considerando che il gasolio già gode di accise fortemente agevolate, dall’altro saranno proprio le accise sulla benzina ad essere ridotte.
Non a caso, come da proseguo dello stesso Trevisi, è stato evidenziato da approfonditi studi medici che la combustione dei motori a gasolio scaturisca la diffusione del particolato ultrafine, elemento assolutamente nocivo, alla base di patologie ischemiche che riguardano le coronarie e non solo. Con tale discorso si riafferma, sostanzialmente, la volontà di accantonare lo sfruttamento di un sussidio alimentare dannoso per la salute, andando incontro anche alle richieste dell’Unione Europea.
L’opposizione non ha tardato nell’esprimere la propria opinione, in netto contrasto con la posizione rimarcata dal Governo. Ne sono un esempio le parole del senatore Marco Croatti, del Movimento 5 Stelle, che è arrivato a definire ironicamente la Premier Giorgia Meloni come ‘miss salasso’. O ancora il senatore piddino Francesco Boccia, che ha accusato il Governo di aver agito furbamente, prima negando la volontà di aumentare le accise e poi procedendo proprio in questa direzione, utilizzando il riallineamento come una scusa.
Il cambiamento è visto come un passo necessario da compiere, anche per evitare di finire nel mirino dell’Unione Europea, che ha mostrato in molteplici occasioni la propria attenzione nei confronti dell’ambito sostenibilità ambientale, non perdendo occasione di considerare il non allineamento delle accise sui carburanti come sussidio estremamente dannoso. In particolare, i valori previsti per le accise entro il 2030 risultano essere di 0,673 euro al litro per la benzina, rispetto ai 0,728 euro al litro attuali; per quanto riguarda il gasolio, invece, il limite attuale è rappresentato da 0,617 euro al litro, mentre il valore stimato al termine del prossimo quinquennio si attesterebbe su 0,673 euro al litro.