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Auto storiche Euro 0: nuove regole per la circolazione nei centri storici

Le automobili storiche rischiano di non poter più circolare su strada? Il principale cruccio è dato dall’eccessivo inquinamento. Quali disposizioni sono state studiate dai ministeri?

Le vetture d’epoca rappresentano un elemento che permette di ripercorrere il passato che ha riguardato l’ambito della produzione automobilistica e dell’utilizzo su strada degli stessi modelli, figurando spesso come cimeli dal valore storico, culturale, e di conseguenza economico, praticamente inestimabile.

Non è raro vedere raduni di auto d’epoca che si articolano all’interno dei centri storici di alcuni dei più suggestivi scorci della nostra penisola. Tuttavia, la nuova riforma del Codice della Strada ha comportato l’entrata in vigore di stringenti disposizioni che riguardano proprio l’accesso di queste vetture nel cuore culturale e storico dell’urbe.

Le zone a traffico limitato, già in vigore da alcuni decenni, sono state soggette a ulteriori regolamentazioni e vincoli proprio a seguito dell’entrata effettiva del regolamento richiesto ed ottenuto dal Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini, avvenuta lo scorso 14 dicembre.

La stretta limita l’accesso delle vetture d’epoca appartenenti alla classe ambientale Euro 0, che comprende tutti i veicoli a benzina senza catalizzatore, all’interno proprio delle zone a traffico limitato, che comprendono anche numerosi centri storici. Le motivazioni sono da ricercare nella volontà di contrastare le emissioni inquinanti. Queste automobili, infatti, sono generalmente considerati modelli ad alte emissioni di CO2 nell’aria, una peculiarità che di certo non si sposa perfettamente con l’obiettivo di tutelare l’ambiente, promuovendo una mobilità più sostenibile.

Gli ostacoli previsti per la circolazione di vetture Euro 0

Per effettuare il proprio ingresso nelle specifiche aree soggette a limitazione della circolazione, le vetture d’epoca dovranno usufruire di modalità agevolate, attestando, in ogni eventualità, la presenza di una documentazione precisa volta a certificare l’autenticità e la storia del veicolo; all’interno dei documenti che sarà possibile esibire figurano attestati di partecipazione, libretto di circolazione dell’epoca o materiale fotografico che ne testimoni l’evoluzione nel corso dei decenni.

Il requisito fondamentale, dunque, è stato chiarito. Attualmente i ministeri di Ambiente ed Infrastrutture e Trasporti stanno congiuntamente operando per la sottoscrizione di un decreto che specifichi ulteriori dettagli in merito alla circolazione delle automobili d’epoca appartenenti alla classe Euro 0. All’interno della procedura si renderà necessario precisare le condizioni di accesso, oltre che i requisiti da rispettare per consentire la circolazione libera nelle aree soggette a limitazioni. Attualmente l’unica prerogativa chiaramente definita, a cui viene fatto riferimento, è l’articolo 60 del Codice della Strada, che impone che una vettura, per figurare come cimelio d’interesse storico, deve essere stata immatricolata da almeno due decenni, presentando condizioni analoghe ai dettagli originali o, in caso di attività di restauro, essere rimaneggiata mantenendo pieno rispetto nelle tecniche, nel design e nei materiali dell’epoca.

Le auto storiche generano emissioni inquinanti (Depositphotos foto) – www.vehiclecue.it

Le proposte per la risoluzione del problema

L’obiettivo del Codice della Strada sarebbe quello di garantire un corretto bilanciamento tra il rispetto dell’immenso valore storico e della testimonianza culturale offerta dai modelli d’epoca, non relegando ad un ruolo marginale il discorso, d’importanza globale, riguardante la tutela dell’ambiente e la necessità di ridurre la presenza di agenti inquinanti nell’aria. I dubbi che pervadono l’ambiente degli appassionati e dei collezionisti di auto vintage è che le misure potenzialmente applicabili vadano a limitare in modo eccessivo la possibilità di raduni, mostre e rievocazioni. Da parte dei politici, sono diverse le proposte che sono state prese in considerazione per raggiungere un perfetto equilibrio, a partire dalla possibilità di stanziare fondi a vantaggio dei proprietari di vetture appartenenti alla classe Euro 0, in modo da poter effettuare interventi di restauro volti ad attribuire un carattere maggiormente ‘eco-friendly‘ e sostenibile alle automobili.

Ma fino a quando il decreto ministeriale non si pronuncerà per filo e per segno in merito, l’ambiente delle auto d’epoca rimarrà in una sorta di stand-by; non vi sono divieti, ma limitazioni un po’ abbozzate che potrebbero comunque generare disguidi nell’organizzazione di raduni o mostre su strada, a prescindere dallo svolgimento in ZTL o meno. La situazione delicata ha portato associazioni direttamente implicate come l’ASI (Automotoclub Storico Italiano) ad attivarsi in prima persona per porre all’attenzione dei ministeri alcune specifiche richieste, in modo che il decreto non vada a penalizzare eccessivamente i possessori di auto d’epoca.