Auto aziendali: la nuova normativa penalizza le utilitarie e premia le elettriche di lusso

Perché le auto aziendali raggiungono cifre folli (Depositphotos)

Perché le auto aziendali raggiungono cifre folli (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it

Cosa prevede la nuova normativa applicata a partire dall’inizio dell’anno? Strette in vista per le auto aziendali. I fruitori dell’elettrico possono sorridere

A partire dallo scorso 1° gennaio è entrata in vigore una nuova disciplina riguardante le auto aziendali. Lo scenario che potrebbe palesarsi rischierebbe di comportare oltre 32.000.000 di euro di perdite a danno delle Province, per quanto concerne le entrate tributarie; si tratta di una cifra che supera addirittura il doppio dei ricavi che lo Stato italiano punta ad ottenere a seguito degli stringenti vincoli applicati all’utilizzo di veicoli a noleggio o leasing.

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Con la legge di bilancio 2025, i contratti di questo genere stipulati dal 1° gennaio del medesimo anno, a prescindere che essi riguardino autovetture, ciclomotori o motocicli di nuova immatricolazione, il fringe benefit verrà calcolato prendendo in riferimento il 50% del costo per 15.000 km, basandosi sulle tabelle Aci. Cosa sono i fringe benefit? Si tratta di compensi, sotto forma di beni e servizi che vengono messi a disposizione dei dipendenti.

La misura varia al 10% per i veicoli totalmente elettrici, mentre per i plug-in hybrid la percentuale si attesta al 20%. E’ probabile, dunque, che si verifichi una riduzione delle immatricolazioni per quanto concerne i veicoli assegnati in benefit, in merito alla quale gli esperti del settore hanno già individuato delle stime, anche in relazione alle analisi effettuate da ANIASA (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio, della Sharing mobility e dell’Automotive digital), comprese tra il 30% e il 40%.

Dunque quali saranno i veicoli che verranno prevalentemente interessati dai nuovi vincoli? E cosa aspettarsi invece sull’eventualità di misure vantaggiose a beneficio di determinate categorie di vetture? Ecco cosa accadrà nell’anno corrente.

Un duro colpo per le aziendali

Ad essere incluse all’interno della nuova disciplina sono principalmente le auto aziendali che presentano un motore termico compreso nella fascia di emissioni che va da 61 a 160 g/km di CO2. E’ stato, infatti, stabilito che il coefficiente fiscale per questi veicoli, che figurano come il 75% delle immatricolazioni totali dei soggetti IVA, dovrà essere aumentato per un range compreso tra il 30% e il 50%.

Prendiamo in riferimento una vettura con costo chilometrico pari a 0,6839 euro e applichiamo le variazioni del costo chilometrico come da tabella ACI, che porteranno la somma a scendere leggermente, sugli 0,6796 euro. In una situazione come questa, l’aumento del fringe benefit annuo porterà il costo complessivo da 3.077,55 a 5.097,00 euro, vale a dire un incremento del 65% del valore del benefit, per un totale che supera i 1.600 euro di inasprimento complessivo al termine dell’anno.

Lo sbilanciamento in favore dell'elettrico (Depositphotos)
Lo sbilanciamento in favore dell’elettrico (Depositphotos foto) – www.vehiclecue.it

Un occhio di riguardo verso i veicoli elettrici

Nei confronti dell’elettrico, al contrario, si verificherà un sostanzioso vantaggio. Per rendere chiaro ciò forniamo un’ulteriore esempio, come riportato da Il Sole 24 Ore; se prendiamo come riferimento una Fiat Panda, non elettrica né plug-in hybrid e applichiamo la disciplina da poco entrata in vigore, tenendo conto della percorrenza convenzionale di 15.000 km e il costo chilometrico pari a 0,3891 euro, sarà possibile ottenere un fringe benefit che si attesta sui 2.918,25 euro annui.

Pensate, invece, che auto sportive elettriche di lusso, che presentano prezzi di listino che si attestano abbondantemente su somme a sei cifre, avendo un costo chilometrico elevato rispetto alle aziendali, permetteranno di registrare un valore del fringe benefit che corrisponderà ad una metà scarsa rispetto ai benefit medi valevoli per le auto ad uso promiscuo.