Posto di blocco, con il DrugWipe stanno togliendo la patente anche a chi non ha fatto nulla: il motivo è da brividi | Scatta la rivolta
Con questo nuovo test rischi che ti tolgano la patente anche se non hai fatto nulla. Di cosa si tratta e come prestare molta attenzione.
Negli ultimi anni, il tema della sicurezza stradale e della prevenzione dei comportamenti a rischio è diventato sempre più centrale nelle politiche pubbliche e nei dibattiti sociali. Tra gli strumenti innovativi adottati per garantire il rispetto delle normative e tutelare la sicurezza dei cittadini, spicca il test DrugWipe 5S.
Il DrugWipe 5S è un test rapido progettato per identificare la presenza di droghe nel corpo di una persona attraverso campioni di saliva, sudore o altre superfici. Si tratta di uno strumento che consente alle forze dell’ordine di ottenere risultati preliminari in pochi minuti.
Grazie alla sua semplicità d’uso e alla sua precisione, è utilizzato non solo nei controlli stradali, ma anche in contesti lavorativi o scolastici dove la sobrietà è essenziale. Il test si basa su una tecnologia immunologica che rileva tracce di sostanze come cannabis, cocaina, oppiacei, anfetamine e metanfetamine.
Per eseguire il DrugWipe 5S, è sufficiente prelevare un campione, come una goccia di sudore dalla pelle o saliva dalla bocca. Successivamente, il dispositivo reagisce con gli antigeni presenti nel campione e fornisce un risultato visivo attraverso una serie di linee colorate, simile a un test di gravidanza.
L’importanza del DrugWipe 5S nella sicurezza stradale
Uno degli ambiti principali di utilizzo del DrugWipe 5S è la sicurezza stradale. La guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti rappresenta una delle principali cause di incidenti, spesso con conseguenze drammatiche. Grazie a questo test, le autorità possono effettuare controlli mirati, riducendo il rischio di incidenti causati da conducenti alterati.
Il DrugWipe 5S è particolarmente apprezzato per la sua affidabilità: nonostante sia un test preliminare, i falsi positivi sono rari e, in caso di esito positivo, il campione può essere ulteriormente analizzato in laboratorio per confermare il risultato.
Attento a questo test
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2020/2025, ha messo in discussione la riforma Salvini del 2024 sul reato di guida sotto l’effetto di droghe (art. 187 Codice della strada). La riforma prevede che un test antidroga positivo basti per incriminare un conducente, senza dover dimostrare un’effettiva alterazione delle capacità di guida. La Cassazione ha però chiarito che il solo esame delle urine non è affidabile perché può rilevare tracce di sostanze assunte molto tempo prima.
La Corte ha anche sottolineato l’importanza di valutare il comportamento complessivo del conducente (ad esempio, coordinazione, eloquio, stato emotivo) per stabilire un’eventuale alterazione psicofisica. Questa decisione mira a evitare errori e punire solo i comportamenti effettivamente pericolosi, opponendosi all’automatismo introdotto dalla riforma Salvini.