Fiat Duna: la storia travagliata di un’auto odiata in Italia ma amata in Sudamerica

Fiat

Foto della Fiat Duma (Wikimedia Sir Kuryaki foto) - www.vehiclecue.it

La Fiat Duna, un’auto discussa che ha fatto la storia, un modello odiato in Italia ma che ha trovato la sua fortuna in Sudamerica.

Ci sono auto che entrano nella storia per il loro successo, altre perché diventano simboli di un’epoca, e poi c’è la Fiat Duna, che è passata alla memoria collettiva soprattutto per le battute e le prese in giro.

—>

Quando la Fiat la lanciò sul mercato italiano nel 1987, l’idea era semplice: prendere la riuscitissima Fiat Uno, allungarla un po’, aggiungere un bagagliaio più capiente e proporla come auto familiare economica e spaziosa. Eppure, qualcosa andò storto.

Il suo design squadrato e un po’ anonimo non fece breccia nel cuore degli italiani, che iniziarono subito a considerarla un’auto “sfigata”. A peggiorare la situazione ci pensò la pubblicità, con un padre di famiglia impacciato che decantava le qualità della sua nuova Duna con il tono di chi cerca di convincere più sé stesso che gli altri. Un’auto già nata con poca personalità, che la comunicazione non riuscì affatto a valorizzare.

E poi ci fu il calendario satirico “Duna è…”, allegato alla rivista Cuore nel 1992. Dodici foto con una Fiat Duna e un’anziana signora ritratta in pose volutamente esagerate, accompagnate da frasi ironiche come “Duna è prestigio” o “Duna è sportività”. Una presa in giro colossale, che cementò la sua fama di auto brutta e goffa.

Il flop italiano e le battute senza fine

In Italia, la Duna non ebbe scampo. Divenne sinonimo di auto triste, di scelta obbligata per chi non poteva permettersi di meglio. Qualcuno racconta ancora la leggenda del cartello di vendita comparso su una Duna usata: “Chiamare agli orari dei pasti”, con l’aggiunta ironica di un passante che scrisse a pennarello: “Magna pure tranquillo”.

Eppure, non era un’auto così pessima come la si dipingeva. Meccanicamente, era robusta e affidabile, con lo stesso motore della Fiat Uno. Ma il passaparola e le prese in giro furono impietosi, e nel 1991 la Fiat decise di eliminarla dai listini italiani.

Fiat
Foto della Fiat Duma (Wikimedia Sir Kuryaki foto) – www.vehiclecue.it

Il trionfo in Sudamerica

Ma se in Italia la Duna era diventata il bersaglio preferito degli appassionati di auto, in Sudamerica era tutta un’altra storia. Lì, con il nome di Fiat Premio in Brasile e Fiat Duna in Argentina, divenne un vero best seller. Il motivo? Era spaziosa, economica e perfetta per le strade e le esigenze delle famiglie sudamericane.

Secondo Il Post, col senno di poi, molti appassionati ritengono che la Duna sia stata giudicata con troppa severità in Italia. In fondo, non era peggiore di tante altre berline dell’epoca, e se fosse stata lanciata con una comunicazione più efficace, oggi la sua storia sarebbe diversa. Invece, è rimasta per sempre l’auto che nessuno voleva ammettere di possedere. Eppure, in Argentina e Brasile è stata venduta fino al 2000, e ancora oggi è ricordata con affetto. Un’auto che ha vissuto due vite completamente opposte, amata da una parte del mondo e derisa dall’altra.