Dai Borbone ai Savoia: come i treni hanno accelerato l’Unità d’Italia

Locomotiva

Locomotiva risalente al 1800 (Fondazione FS foto) - www.vehiclecue.it

La storia ferroviaria nostrana s’intreccia in modo cruciale con l’Unità d’Italia e la costituzione dell’unico regno. A partire dal 1839, scopriamo quali sono stati gli avvenimenti chiave

Il XIX secolo ha rappresentato una delle fasi storiche maggiormente fondamentali nella storia d’Italia. Di pari passo alle Guerre d’Indipendenza, in pieno Risorgimento, la penisola ha assistito alla progressiva nascita e al successivo sviluppo delle prime reti ferroviarie all’interno del territorio che, di lì a pochi lustri, sarebbe divenuto il nuovo Regno d’Italia.

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Il 3 ottobre 1839 è la data dell’inaugurazione della primissima ferrovia dello Stivale, che metteva in comunicazione Napoli e Granatello di Portici, circa 15 km a sud dell’attuale capoluogo campano. All’altro capo del Belpaese, un anno più tardi si assistette all’apertura della I. R. Privilegiata Strada di Ferro, tra Milano e Monza, figurante come seconda ferrovia inaugurata in Italia e prima nel settentrione.

La linea Milano-Venezia comincia a prendere forma nel corso del 1842, con l’ultimazione del tratto Mestre-Padova, mentre nel Regno Borbonico, il sovrano Federico II indica la costruzione del primo edificio del futuro territorio italico designato alla riparazione e alla costruzione delle locomotive di trasporto, a Pietrarsa, nell’attuale comune di Portici.

Mentre nel Regno delle Due Sicilie la ferrovia napoletana raggiunge Capua, il Re sabaudo Carlo Alberto attraverso la promulgazione delle Regie Patenti indica la costruzione di due tratti ferroviari; Torino-Genova e Alessandria-Ticino, sino al confine svizzero.

Gli anni ’40: le prime massicce opere vengono completate

A partire dalla seconda metà degli anni ’40 le ferrovie italiane cominciano ad assumere un particolare blasone, anche grazie alla pubblicazione del libro ‘Delle strade ferrate italiane e del migliore ordinamento di esse‘, opera del Conte Carlo Ilarione Petitti di Roreto, datato 1945. L’anno successivo anche lo Stato Pontificio si attiva nella medesima direzione, a seguito della disposizione del pontefice Pio XI, risalente al 7 novembre 1846, di costruire quattro strade ferrate all’interno del territorio, che mettessero in comunicazione Roma con Bologna, Civitavecchia, Ceprano e Porto d’Anzio.

Dopo la firma nel 1941 della Convenzione per la realizzazione della ‘Leopolda’ da parte del Granduca Leopoldo II, volta a fornire un collegamento tra Firenze e Livorno, sette anni dopo la linea viene inaugurata; si articola per circa 97 km e trova nel suo capolinea la nuova stazione ‘Maria Antonia‘, proprio nella città fiorentina, oggi meglio conosciuta come Stazione di Firenze Santa Maria Novella. Nel 1949 la Milano-Venezia si compone di un ulteriore tassello, con l’inaugurazione del tratto Verona Porta Vescovo-Vicenza. 

Ferrovia Napoli-Portici
Illustrazione dell’inaugurazione della Napoli-Portici (Alinari foto) – www.vehiclecue.it

Il decennio dei ’50 fino all’Unità d’Italia

Gli anni ’50 si aprono con la firma della ‘Convenzione di Roma‘, datata 1° maggio 1951. I firmatari Stato Pontificio, Ducato di Modena, Ducato di Parma e Piacenza, Granducato di Toscana ed Austria dispongono l’edificazione della Strada ferrata dell’Italia Centrale Piacenza-Bologna-Firenze. Nel triennio successivo, il Regno di Sardegna assiste all’inaugurazione della linea Trofarello-Savigliano e alla solenne cerimonia d’apertura della Torino-Genova, presenziata da Re Vittorio Emanuele II e dal Primo Ministro Camillo Benso Conte di Cavour in persona. Sul medesimo tratto saranno impiegate la Alessandria e la Sampierdarena, prime locomotive a vapore 100% italiane, realizzate dall’Ansaldo di Genova. Il 1956 è un anno fondamentale, caratterizzato dalla costituzione dell’Imperial-Regia Società Privilegiata delle strade ferrate del Lombardo-Veneto e dell’Italia Centrale, con il compito di gestire la rete dell’Austria meridionale e del Lombardo-Veneto.

Anche il mondo ingegneristico non è esente da significative novità, con l’introduzione della perforatrice ad aria compressa per perforare le gallerie – come avverrà per il Frejus, progettata dagli ingegneri Grandis, Grattoni e Sommellier. Tra il 1957 e il 1959 la Milano-Venezia viene finalmente portata a compimento, mentre con lo scoppio della II Guerra d’Indipendenza le ferrovie del Regno Sabaudo assumono un ruolo decisamente fondamentale anche in chiave strategica, consentendo la mobilitazione delle truppe francesi sul Ticino. Il 1960 non può che rappresentare un fondamentale crocevia per la storia italiana, coinvolgendo anche l’ambito ferroviario; Giuseppe Garibaldi viene accolto trionfante a Napoli in treno dopo l’Impresa dei Mille, mentre il Pontefice concretizza la fusione tra la Società Pia Latina e la Società Generale delle Strade Ferrate Romane. Arriviamo al momento clou, il 1861, quando l’Italia diviene un unico Regno; al momento della sua costituzione sono circa 2.560 i km di ferrovie che intercorrono il territorio.