Nuovo autovelox, ha fatto 42.000 multe: se lo vedi è meglio che rallenti e fai cadere il cellulare | Ha beccato ogni pelo nell’uovo
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Autovelox (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it
Ha registrato numeri da record: migliaia di automobilisti multati in pochi mesi a causa di questo autovelox diventato un incubo.
Ormai le strade delle città sono piene di dispositivi di controllo che, almeno in teoria, dovrebbero migliorare la sicurezza e ridurre gli incidenti. Ma quanto funzionano davvero? Ogni volta che ne spunta uno nuovo, esplode il dibattito tra chi lo considera un deterrente utile e chi invece lo vede solo come un modo per fare cassa.
Negli ultimi anni, questi sistemi sono diventati sempre più sofisticati. Non solo beccano chi passa col rosso, ma riescono a individuare anche le infrazioni più piccole, tipo fermarsi qualche centimetro oltre la linea d’arresto. Insomma, è diventato praticamente impossibile sfuggire. E gli automobilisti, manco a dirlo, non la prendono benissimo.
L’arrivo di nuove telecamere “intelligenti” ha portato a un’esplosione di multe. Numeri da capogiro, che fanno discutere: c’è chi dice che così si educano gli automobilisti, chi invece pensa che sia solo un modo subdolo per far soldi. In alcune città, certi incroci sono diventati veri e propri “bancomat” per le amministrazioni locali, con migliaia di sanzioni in pochi mesi.
Le autorità, ovviamente, difendono l’uso di questi strumenti, parlando di maggiore sicurezza e meno incidenti. Però molti cittadini non sono convinti: questi dispositivi sono davvero segnalati a dovere? E i tempi semaforici sono stati regolati in modo giusto? O qualcuno ha trovato il modo di far cassa con le infrazioni?
Tra polemiche e dubbi sulla trasparenza
In un comune italiano c’è una questione che ha fatto scoppiare le polemiche. Molti automobilisti sostengono che i tempi del semaforo siano troppo brevi e che la posizione del dispositivo sia, diciamo, un po’ strategica. Il Comune, invece, risponde che grazie al T-red gli incidenti sono diminuiti.
Chi ha ragione? Difficile dirlo, ma gli esperti suggeriscono di migliorare la segnaletica e avvisare meglio gli automobilisti, per evitare che il dispositivo si trasformi in una sorta di “tassa occulta”. Nel frattempo, chi passa da quelle parti farebbe meglio a stare attento, se non vuole ritrovarsi una sanzione salata nella cassetta della posta.
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L’autovelox che ha fatto una strage di multe
A Torino, un T-red piazzato all’incrocio tra corso Vittorio Emanuele, corso Inghilterra e corso Castelfidardo ha registrato numeri assurdi: oltre 42.000 multe in tre mesi, una media di 115 al giorno. Si parla di un terzo delle infrazioni totali della città, un dato che ha fatto immediatamente scattare polemiche e interrogativi. Il dispositivo, progettato per rilevare il passaggio con il rosso e altre violazioni del codice della strada, è stato installato in uno degli incroci più trafficati di Torino, dove il flusso di veicoli è costante a ogni ora del giorno.
Come riferito dalla stampa locale, a rendere la situazione ancora più delicata è il fatto che molti automobilisti lamentano tempi semaforici troppo brevi, che renderebbero difficile arrestarsi in sicurezza senza rischiare una sanzione. Alcuni sostengono che la presenza del dispositivo abbia più che altro una funzione punitiva piuttosto che preventiva, alimentando il sospetto che l’obiettivo principale sia quello di far cassa piuttosto che garantire la sicurezza stradale.