Patente, ho comprato i punti perduti con un migliaio di euro | Ora vai tal tabaccaio e li vende come sigarette

Patente pagamento (Canva foto) - www.vehiclecue.it
Pagando, è possibile recuperare i punti della patente? Adesso vai al tabacchino e risolvi tutto pagando un migliaio di euro.
Perdere punti sulla patente è una delle conseguenze più temute dai guidatori. Un momento di distrazione, un eccesso di velocità rilevato da un autovelox, e ci si ritrova con meno punti e il rischio di sanzioni più gravi. Fino a poco tempo fa, il recupero era possibile solo con corsi specifici presso autoscuole autorizzate. Tuttavia, alcuni automobilisti sembrano aver trovato una soluzione alternativa, apparentemente più veloce ed efficace.
L’idea che esista un modo per evitare la decurtazione dei punti senza frequentare corsi o attendere anni per il ripristino naturale del punteggio ha suscitato molto interesse. Alcuni parlano di un metodo semplice e completamente legale, mentre altri sollevano dubbi sulla sua reale efficacia e sui costi elevati che comporta. Il meccanismo in questione non è un trucco illegale né una scappatoia fraudolenta, ma si basa su un’interpretazione normativa che ha fatto molto discutere.
Chi ha subito una sanzione con perdita di punti sa bene quanto sia frustrante. La legge impone di comunicare i dati del conducente responsabile dell’infrazione entro 60 giorni.
In caso contrario, si rischia una multa aggiuntiva. Ma se si scegliesse di pagare questa seconda sanzione, piuttosto che fornire i dati del guidatore, cosa accadrebbe? Secondo una recente interpretazione, questa strada consentirebbe di mantenere intatto il proprio saldo punti, anche se a un prezzo non indifferente.
La nuova interpretazione della legge
Le implicazioni di questa soluzione sono rilevanti. Alcuni vedono in essa un modo per aggirare la perdita di punti senza infrangere la legge, mentre altri sottolineano il rischio di un uso distorto di questa possibilità. Ma come funziona realmente? E soprattutto, quanto costa?
Secondo un’interpretazione della Corte di Cassazione, chi non fornisce i dati del conducente al momento della notifica della sanzione può scegliere di pagare una multa che varia tra 291 e 1.166 euro, evitando così la decurtazione dei punti. Tuttavia, per le violazioni più gravi, come gli eccessi di velocità superiori a 40 km/h, l’importo può arrivare fino a 1.600 euro.

Paghi la multa, eviti la decurtazione dei punti: ecco cosa dice la legge
Come affermato da Brocardi, questa procedura è totalmente legale e si basa sull’articolo 126 bis del Codice della Strada. Il proprietario del veicolo, pagando la sanzione per omessa comunicazione dei dati del conducente, non subisce la sottrazione dei punti dalla patente. Questa opzione è utilizzata da chi preferisce sostenere un costo economico piuttosto che rischiare la sospensione della patente in caso di ripetute infrazioni.
Il principio alla base di questa interpretazione normativa è che la legge prevede una sanzione pecuniaria per chi non identifica il conducente responsabile della violazione. Tuttavia, il pagamento della multa chiude la questione senza ulteriori conseguenze sui punti della patente. Questo significa che chi può permetterselo ha la possibilità di “comprare” i punti perduti, evitando i corsi di recupero e le limitazioni alla guida.