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Audi chiude l’impianto di Bruxelles: 3.000 posti di lavoro persi per il flop della Q8 e-tron

Un avvenimento che mette in luce la crisi da cui il settore automobilistico europeo fatica ad uscire. Addio ad un impianto storico

Il complesso noto come Audi Brussels, costruito tra il 1948 e il 1949, ha rappresentato nel corso dei suoi oltre settant’anni di attività uno dei più floridi centri di produzione automobilistica.

L’impianto si è occupato, a partire dal 2018, della produzione del modello Audi Q8 e-tron, che diversamente rispetto alle iniziali aspettative si è dimostrata meno attrattiva ed interessante nei confronti del pubblico, sin dal momento del lancio.

I motivi sono probabilmente da ricercare nelle dimensioni e nel prezzo di partenza, giudicato dai più eccessivamente elevato, pari ad oltre 80.000 euro. Non si tratta, ovviamente, dell’unica ragione che ha condotto verso questo punto, che segna uno dei momenti più bui nella storia recente del Gruppo Volkswagen.

La voce diffusasi nel corso dei tempi a dietro secondo cui l’attività settantacinquennale della fabbrica sarebbe terminata entro una manciata di settimane ha immediatamente alimentato l’ira e la disperazione dei dipendenti e dei sindacati.

Una decisione sofferta, ma inevitabile

Una notizia che era circolata nell’aria già da svariati mesi e che, purtroppo, si è alla fine concretizzata. La fabbrica Audi di Forest, pochi chilometri a sud-ovest dalla capitale belga Bruxelles, ha cessato ufficialmente la propria attività lo scorso 28 febbraio 2025, generando polemiche interminabili e costringendo senza occupazione migliaia di professionisti. La conferma era arrivata mesi a dietro, precisamente nel dicembre 2024, quando il portavoce di Audi Peter D’hoore aveva espresso che, come conseguenza di differenti motivazioni e decisioni, la fabbrica sarebbe stata dismessa, causa mancate alternative a questa drastica soluzione.

Anche il responsabile della produzione della casa tedesca, Gerd Walker, si è soffermato sull’argomento, affermando che la chiusura dell’impianto di Forest abbia rappresentato la più ardua e dolorosa decisione intrapresa nel corso della sua carriera. Per cercare di salvare la fabbrica belga dal destino che l’ha poi travolta, si stava tentando il tutto per tutto ricercando un acquirente interessato alla stessa, poi mai trovato.

Audi Q8 e-tron (Audi foto) – www.vehiclecue.it

I motivi che hanno condotto alla chiusura

L’impianto si occupava della produzione di Audi modello Q8 e-tron e includeva all’interno della catena circa 3.000 dipendenti, ora sprovvisti di un posto di lavoro. Un finale beffardo, considerando anche che soltanto qualche giorno dopo Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, avrebbe presentato un preciso piano d’azione, con lo scopo principale di sostenere l’industria automobilistica a livello continentale. Ma se consideriamo che correntemente il Gruppo Volkswagen, che comprende anche il marchio Audi, sta vivendo un periodo di difficoltà impattanti, si ipotizza che neanche le misure dell’UE si sarebbero potute rivelare sufficienti a risollevare la situazione.

La chiusura, a detta di Audi stessa, sarebbe stata determinata dai costi eccessivi correlati alla produzione e alla logistica, ma soprattutto dalla domanda non particolarmente elevata da parte dei consumatori. Eppure parliamo di un pezzo di storia, che negli ultimi sette decenni aveva rappresentato un’eccellenza nel settore produttivo automobilistico, i cui modelli prodotti hanno da sempre riscosso enorme successo su strada. Il malcontento da parte di sindacati e operai non è tardato a palesarsi, che hanno tentato ogni strada possibile per prolungare la vita ad Audi Brussels, senza purtroppo riuscirci.