Modello di kei car (Suzuki foto) - www.vehiclecue.it
La rivoluzione della mobilità urbana si chiama kei car. Uno status in Giappone, ma arriveranno mai in Europa?
Le kei car sono delle peculiari autovetture che nel giro di qualche anno sono state capaci di affermarsi a pieni voti sul mercato dell’automotive giapponese. Si tratta di “veicoli leggeri“, come indicato dal nome stesso, che fanno della loro praticità e compattezza due caratteristiche fondamentali.
La leggerezza si riscontra, tuttavia, anche nella potenza e nella cilindrata complessiva del mezzo, inevitabilmente ridotte. Eppure, come dicevamo, i giapponesi sono stati convinti fin da subito nell’affidare la propria mobilità metropolitana alle kei car, che allo stato attuale sono presenti in circolazione unicamente nel paese del Sol Levante e in minor parte nella vicina Corea del Sud.
Ad attrarre i cittadini verso questo nuovo concetto di veicolo urbano sono stati anche i prezzi sensibilmente ridotti, oltre che le differenti agevolazioni e normative introdotte dal Governo di Tokyo al fine di incrementare la produzione e la diffusione sul mercato. Rientrano in quest’ambito i permessi di parcheggio e le ridotte tasse, senza contare i costi di manutenzione particolarmente convenienti.
L’industria locale nipponica ha beneficiato in modo realmente considerevole dell’introduzione di questi veicoli. La domanda che molti esperti del settore adesso si pongono è la seguente: e se venissero introdotte anche nel mercato europeo?
C’è da dire che nel nostro continente le ultime stagioni sono state caratterizzate dalla diffusione, indubbiamente più fitta rispetto agli anni precedenti, dei compatti e pratici quadricicli elettrici, come nel caso della Fiat Topolino o della Citroen Ami, che per certi versi possiedono delle caratteristiche comuni con le kei car, pur distinguendosi nettamente sotto altri aspetti. Già, perché il prototipo giapponese, a dispetto dei costi e della potenza inferiori, presentano in genere 4 o addirittura 5 posti e sono comunque in grado di fornire delle prestazioni superiori rispetto ai quadricicli attualmente circolanti in Europa.
La rivista olandese Autonews ha pubblicato uno studio di ricerca eseguito congiuntamente da differenti unità francesi, denominato “Regolamentazione europea per veicoli elettrici (a batteria) sostenibili e accessibili”, in cui viene suggerito come il corrente stato di difficoltà che l’industria automobilista europea si sta trovando costretta a fronteggiare, risconterebbe enormi benefici se le kei car elettrice cominciassero ad essere prodotte e vendute anche nel nostro continente.
E i ricercatori stessi lanciano anche una possibile denominazione per questo tipo di caratteristiche vetture: ASEV, acronomico di Affordable, Sustainable Electric Vehicle. Le stesse andrebbero a rappresentare una categoria di mezzo tra le tradizionali quattroruote e i quadricicli che abbiamo precedentemente citato, garantendo vantaggi enormi proprio grazie al potenziale di vendita che veicoli come le kei car hanno dimostrato di possedere. In tutto ciò, l’attenzione alle necessità del mercato non relegherebbe comunque in secondo piano il principale obiettivo che le case automobilistiche hanno fissato per gli anni a venire, ovverosia la riduzione delle emissioni inquinanti di CO2.
Le misure ipotetiche indicate per la versione europea delle kei sarebbero di 3,8 metri in lunghezza, 1,7 in larghezza, 2 in altezza e un passo pari a 2,2 metri. Dovrebbero poter trasportare 4 passeggeri, possedendo un peso massimo di 1.000 kg, che consentirebbe l’accesso anche sui tratti autostradali. Esistono già vari modelli che potrebbero rendersi interessanti soddisfacendo i requisiti indicati. Tra i vari, gli esperti puntano il dito sul modello elettrico più richiesto sul mercato giapponese, la Nissan Sakura, il cui prezzo di listino si attesta correntemente sui 16.500 euro.