Rinnovo patente, “si ripresenti direttamente l’anno prossimo, ce lo ha comunicato l’ospedale”, rispediti indietro a migliaia

Rinnovo della patente (Depositphotos foto) - www.vehiclecue.it
Migliaia di cittadini si ritrovano respinti al rinnovo della patente per comunicazioni poco chiare tra ospedali e commissioni mediche.
C’è chi si presenta regolarmente all’appuntamento fissato da mesi, con tutti i documenti richiesti, solo per sentirsi dire di tornare l’anno prossimo. Nessuna spiegazione chiara, solo una frase laconica: “Ce lo ha comunicato l’ospedale”. Nel frattempo, il diritto a guidare resta sospeso e le domande si moltiplicano.
In alcune province, il fenomeno ha assunto dimensioni importanti, con centinaia – in certi casi migliaia – di persone rispedite indietro senza completare l’iter di rinnovo. Tutto ruota attorno a una comunicazione ricevuta dalle commissioni: un’indicazione proveniente dalla struttura sanitaria, ma non sempre trasparente o motivata. Il risultato? Tempi allungati, attese indefinite, vite quotidiane bloccate.
La questione non coinvolge solo chi rinnova per limiti di età, ma soprattutto chi è sottoposto a controlli più approfonditi, legati a condizioni di salute pregresse. In particolare, ci sono soggetti che, pur avendo i requisiti, si vedono rinviare la visita senza alcuna possibilità di chiarimento immediato. L’assenza di una motivazione scritta complica ulteriormente la possibilità di difendersi o fare ricorso.
Nel mezzo, resta il cittadino, confuso e spesso senza strumenti per orientarsi. Perché non sempre la comunicazione tra ospedali, ASL e commissioni mediche è lineare. E quando c’è di mezzo una patologia come l’epilessia, la burocrazia rischia di rendere la procedura ancora più complessa.
La normativa per i pazienti epilettici
Secondo quanto previsto dalla normativa in vigore, chi è affetto da epilessia può ottenere o rinnovare la patente solo se rispetta criteri ben precisi. Il principale è l’assenza di crisi epilettiche da almeno un anno, documentata con un certificato firmato da un neurologo di una struttura pubblica. È un passaggio obbligatorio, stabilito dal Decreto Ministeriale del 2010 e dai successivi aggiornamenti del 2011.
Tuttavia, nella pratica, sono emerse alcune criticità. Come riportato da DottNet, le difficoltà nascono soprattutto nell’interpretazione del ruolo del neurologo: non spetta a lui segnalare l’inidoneità del paziente alla guida, ma talvolta alcune ASL e ospedali hanno imposto ai medici di farlo. Questo ha generato confusione, ritardi e in alcuni casi il rinvio automatico del rinnovo patente, anche in assenza di crisi recenti.

Ritardi e rinvii per chi attende il certificato
Molti dei cittadini che si sono visti rimandare l’appuntamento si trovavano in attesa proprio di questo documento neurologico. La rigidità della norma, che richiede un certificato esclusivamente da strutture pubbliche, limita le opzioni e allunga i tempi, soprattutto in regioni dove le liste d’attesa sono già molto lunghe. Alcuni riferiscono che il certificato era stato richiesto per tempo, ma non ancora rilasciato.
Il nodo, quindi, resta nella gestione delle tempistiche e delle comunicazioni tra strutture. Quando l’ospedale comunica alla commissione di rinviare la visita, il cittadino resta nel limbo: né idoneo né respinto, semplicemente rimandato. E nel frattempo, non può guidare.