Diesel illegale, il governo anticipa l’Europa col nuovo blocco della circolazione | C’è già la data, è corsa ai distributori

Nuova emergenza carburanti in Italia - vehiclecue.it (Pixabay)
Un paese anticipa i tempi: uno stop che potrebbe cambiare per sempre il mondo delle auto nei nostri paesi europei.
La transizione globale verso una mobilità più pulita sta accelerando, spingendo numerosi paesi a pianificare un futuro senza veicoli alimentati da combustibili fossili. Governi, case automobilistiche e cittadini si confrontano con le sfide legate alla riduzione delle emissioni e all’adozione su larga scala delle auto elettriche o di altre tecnologie alternative.
Questo percorso di cambiamento è complesso e i piani variano notevolmente a seconda delle realtà economiche, infrastrutturali e sociali di ogni nazione. Molti paesi occidentali, pur fissando obiettivi ambiziosi, prevedono lo stop alla vendita di nuove auto a combustione interna tra il 2030 e il 2040, lasciando ampi margini per l’adeguamento.
Il dibattito pubblico si concentra spesso sulla necessità di potenziare le infrastrutture di ricarica, sul costo elevato dei nuovi veicoli elettrici e sull’impatto che queste politiche avranno sul settore automobilistico e sull’occupazione. È un cambiamento epocale che richiede preparazione e investimenti ingenti su più fronti.
E mentre in molte regioni si discute ancora sulle date e sulle modalità della transizione, c’è chi ha deciso di imprimere un’accelerazione fortissima, compiendo un passo considerato storico a livello mondiale con un tempismo che ha sorpreso molti osservatori internazionali.
Un anticipo globale che spiazza gli addetti ai lavori
In un contesto dove la maggior parte delle nazioni procede per gradi e con scadenze lontane, un paese si è distinto per una scelta di rottura, annunciando un cambiamento radicale con un preavviso estremamente ridotto. Questa mossa audace lo posiziona all’avanguardia in termini di tempistiche globali nel tentativo di abbandonare i combustibili fossili nel settore dei trasporti.
Questo paese è l’Etiopia, che all’inizio di quest’anno ha decretato il divieto di importazione di nuovi veicoli a benzina e diesel con effetto a partire già dal 2024. È il primo paese al mondo a fissare una data così ravvicinata per un blocco all’ingresso di mezzi di trasporto alimentati da combustibili fossili. È importante sottolineare che la misura riguarda l’importazione di nuovi veicoli, non la circolazione di quelli già presenti.

Le ragioni della svolta e gli enormi ostacoli pratici
Alla base di questa decisione così celere e severa vi sono principalmente motivazioni economiche ed energetiche. L’Etiopia dipende fortemente dall’importazione di petrolio, un onere significativo per le sue riserve di valuta estera; ridurre la necessità di importare carburante è un obiettivo primario. Allo stesso tempo, il paese produce una grande quantità di energia elettrica da fonti rinnovabili, come l’idroelettrico, e intende sfruttare questa risorsa interna per alimentare il proprio parco veicoli.
La realizzazione di questo ambizioso divieto si scontra con sfide pratiche enormi che rendono l’obiettivo molto arduo da raggiungere. Le infrastrutture necessarie per supportare un parco veicoli elettrico sono quasi inesistenti: le colonnine di ricarica sono pochissime e concentrate, e la rete elettrica nazionale non copre l’intero territorio (molte aree rurali sono senza elettricità) ed è soggetta a frequenti blackout.