Home » Catalizzatore: cos’è, come funziona, uso e normativa

Catalizzatore: cos’è, come funziona, uso e normativa

Tra le leggi emanate dalla Comunità Europea inerenti alla circolazione dei veicoli a motore spicca sicuramente quella che regolamenta la produzione di emissioni di inquinanti dei motori termici. L'introduzione del catalizzatore aveva come obiettivo quello di abbattere l’inquinamento atmosferico dovuto alla produzione di particolato da parte dei veicoli equipaggiati con motori a combustione interna. Ma cosa sono questi catalizzatori?

Categorie Automotive · Componentistica
Vuoi leggere tutti gli articoli del network (oltre 10.000) senza pubblicità?
ABBONATI A 0,96€/SETTIMANA

A partire dai primi anni Novanta, la Comunità Europea ha cominciato a regolamentare – in maniera sempre più restrittiva – la circolazione dei veicoli a motore in relazione alla produzione di emissioni inquinanti dei motori termici (a benzina o diesel).

Il primo provvedimento normativo è la Direttiva 91/542/CEE, con la quale l’UE modificava la precedente direttiva 88/77/CEE, introducendo uno standard di riferimento per la quantificazione delle emissioni dei veicoli a motore: la classificazione ‘ambientale’ EURO 1. Di conseguenza, dal 1° gennaio 1993, le case automobilistiche sono costrette a dotare le autovetture di propria produzione di un sistema di alimentazione a iniezione nonché della cosiddetta ‘marmitta catalitica’.

Queste misure, in correlazione all’introduzione dello standard EURO, sono tuttora in vigore, grazie al progressivo aggiornamento della classificazione (la più recente è la EURO 6d per le autovetture); l’obiettivo di tale provvedimento è abbattere l’inquinamento atmosferico dovuto alla produzione di particolato da parte dei veicoli equipaggiati con motori a combustione interna. È bene sottolineare come lo standard per le auto non sia lo stesso applicato per ciclomotori e motocicli per i quali, al momento, esistono solo quattro categorie ambientali anziché sei.

Cos’è il catalizzatore (su auto e moto)

Protezione Ambientale, scopo dell'introduzione dei catalizzzatori
Protezione Ambientale

In ambito automobilistico e motociclistico, in merito ai dispositivi antinquinamento, si fa spesso riferimento al ‘catalizzatore’ oppure alla già citata ‘marmitta catalitica’. In entrambi i casi, si tratta di definizioni piuttosto generiche, entrate in pianta stabile nell’uso corrente, con le quali si suole indicare un dispositivo di conversione catalitica installato all’interno della sezione terminale dell’impianto di scarico.

Il termine ‘catalizzatore’, infatti, indica genericamente una qualsiasi sostanza in grado di generare la catalisi, un fenomeno per il quale la presenza di una data sostanza comporta la velocizzazione di una particolare reazione chimica. I dispositivi presenti nelle marmitte di auto e moto – collocati perlopiù tra i collettori di scarico e il silenziatore – sfruttano questo principio di base.

Come funziona una marmitta catalitica

Una marmitta catalitica è dotata, al suo interno, di un dispositivo di catalizzazione; questi, a sua volta, è formato da un supporto ceramico – in ossido di cerio e ossido di zirconio – cosparso di metalli catalizzatori (palladio, rodio o platino). Questi favoriscono l’ossidazione del carburante incombusto e del monossido di carbonio, trasformandoli in anidride carbonica e acqua mentre l’ossido di azoto viene scisso in azoto e acqua. Nel primo caso, si parla di marmitta catalitica ‘ossidante’ (impiegata su veicoli con motore diesel) mentre nel secondo di dispositivo ‘trivalente’ (viene associato alle motorizzazioni a benzina). Tali reazioni fanno sì che le emissioni inquinanti vengano ridotte, in maniera tale che l’impatto sulla salubrità dell’aria risulti inferiore.

Ciascun motore, in considerazione delle specifiche tecniche che lo caratterizzano, deve essere associato ad un convertitore catalitico dedicato, che risulti compatibile non solo con l’erogazione di potenza ma anche con il tipo di carburante utilizzato, la portata dei gas e il massimo livello di compressione tollerato.

Sostituzione del catalizzatore

In caso di guasto o malfunzionamento, il catalizzatore non può essere sostituito senza rimpiazzare anche il terminale di scarico. Le normative vigenti consentono di rimpiazzare la componente di serie anche con un dispositivo diverso, purché sia omologato e compatibile con il veicolo su cui verrà allestito. Il catalizzatore sostitutivo può essere reperito anche online, avvalendosi di e-commerce specializzati come Omniaracing, a patto che rechi il codice di omologazione stampigliato o punzonato sul corpo della marmitta e, naturalmente, abbia caratteristiche compatibili con gli attacchi del collettore di scarico a cui dovrà essere vincolato il terminale di scarico.

Di contro, non è possibile installare un terminale senza catalizzatore o senza silenziatore – quello che viene comunemente denominato ‘Db killer’ sulle marmitte delle moto – in quanto ciò rappresenterebbe una violazione delle norme del Codice della Strada.

Lascia un commento