Coronavirus: Toyota e Honda fermano la produzione in Cina

Toyota Coronavirus

Torniamo a parlare della correlazione tra il nuovo Coronavirus e l’industria dell’automotive perché ci sono delle novità: infatti le Case giapponesi Honda e Toyota hanno deciso di interrompere precauzionalmente la produzione nelle loro fabbriche dislocate sul territorio cinese.

Toyota ha comunicato la sua decisione per via del portavoce Maki Niimi: “Considerati vari fattori, tra cui le linee guida dei governi locali e regionali e la situazione della fornitura di componenti, a partire dal 29 gennaio, abbiamo deciso di interrompere le operazioni nei nostri stabilimenti in Cina fino al 9 febbraio. Monitoreremo la situazione e prenderemo eventuali ulteriori decisioni sulle operazioni il 10 febbraio”

La Honda ha preso una decisione simile bloccando la produzione di motociclette in due stabilimenti cinesi fino all’8 febbraio. Il provvedimento si è reso necessario per poter garantire un approvvigionamento adeguato delle componenti, in linea con quanto richiedono le autorità locali.

Le decisioni del gruppo PSA

Il gruppo PSA ha preso la decisione di rimpatriare i dipendenti europei e le relative famiglie che lavorano nell’area di Wuhan. La città capoluogo della provincia di Hubei, lo ricordiamo, è considerata l’epicentro del nuovo Coronavirus. I dipendenti, in tutto 38, prima del rimpatrio saranno messi in quarantena, in accordo con le autorità cinesi e il Consolato francese.

Inoltre, fa sapere il gruppo francese, sono in corso valutazioni sull’attività delle tre fabbriche del partner Dongfeng Motor situate proprio a Wuhan.

Stabilimento PSA Dongfeng
PH: AUTOPROVE.it

Coronavirus: le preoccupazioni della Bosch

Bosch è il più importante fornitore di componentistica per l’industria dell’automotive. L’azienda tedesca esprime preoccupazione per l’emergenza cinese, che potrebbe arrecare danni a tutto il settore automobilistico.

Queste sono le parole del CEO Volkmar Denner:

“Siamo naturalmente preoccupati, anche se per il momento non interromperemo le nostre attività in Cina. Dobbiamo attendere e vedere come evolverà la situazione. Se questa situazione dovesse persistere, allora saremo costretti a interrompere la catena di approvvigionamento. Vi sono previsioni secondo cui il picco dell’epidemia si avrà tra febbraio e marzo. Nella città di Wuhan vi sono due fabbriche Bosch, che impiegano in tutto circa 800 operai. In queste fabbriche si producono sistemi per impianti sterzanti e sistemi di riscaldamento. Non vi sono stati casi di infezione da Coronavirus”

Gli impianti Bosch in Cina sono rimasti chiusi per il capodanno cinese, ma la chiusura è stata estesa fino al 3 febbraio, in via precauzionale. Ciò, secondo Denner, non dovrebbe procurare alcun problema a livello globale.

Bosch possiede in Cina, il più grande mercato automobilistico del mondo, ben 23 fabbriche, con la più grande forza lavoro al di fuori della Germania. In particolare, produce sistemi di infotainment a Wuhu, sistemi di servofreno a Nanchino, sistemi per la guida autonoma a Wujin, generatori a 48 V per batterie a Wuxi e produce motori elettrici per veicoli, tramsissioni ed elettronica di potenza a Taicang.

Bosch ha registrato lo scorso anno nell’Asia Pacifica un giro d’affari di 22,5 miliardi di euro, di cui 10 miliardi provenienti dalla Cina.

Per il 2020 l’azienda tedesca prevede una diminuzione della produzione di automobili pari al 2,6 %, con una produzione di circa 89 milioni di veicoli. Questo avverrà a causa di un calo di domanda nei mercati cinese, statunitense ed europeo. Ci si chiede a questo punto se con l’emergenza Coronavirus il calo sarà ancora più consistente.