Moto ibrida Kawasaki: i brevetti di una possibile rivoluzione
Una moto ibrida Kawasaki, si proprio così. Pare che la Casa di Akashi stia lavorando allo sviluppo di un sistema ibrido da implementare sulle 2 ruote. Ci sono già alcuni esempi di moto totalmente elettriche già presenti sul mercato. Tuttavia Kawasaki sta sviluppando una delle prime moto benzina-elettrico del settore. I vari brevetti presentati ultimamente, ora, si incastrano dando forma ad un progetto audace, innovativo e non privo di rischi.
Come funziona la moto ibrida Kawasaki
Kawasaki ha rilasciato, tramite i propri canali ufficiali alcuni video, per spiegare meglio la sua visione di moto ibrida. video
Questo primo video, mostra come potrebbe funzionare, in futuro, un sistema ibrido su una moto. E’ abbastanza chiaro il meccanismo. Nell’ambiente cittadino si può viaggiare puliti e totalmente in elettrico. In autostrada, dove “le batterie vanno in crisi”, viene utilizzato il motore a combustione. Per una guida dinamica, dove sono previste accelerazioni e frenate continue, i due motori lavorano in sinergia. Il tutto gestito da una miriade di sensori ed un software di intelligenza artificiale. Le tre modalità, oltre ad essere gestite autonomamente, possono essere selezionate manualmente dal pilota. Nei secondi finali, appare addirittura un prototipo funzionante su un banco di prova. Kawasaki fa intravedere come la moto passi da ibrida a benzina.
I.A & Rideology
Nel secondo video appare evidente l’integrazione dell’ I.A. con l’App Rideology. “Il 2021 è il momento per il prossimo passo. Dopo aver completato i test e il feedback, siamo pronti a percorrere una nuova strada con una comunicazione verbale bidirezionale tra pilota e macchina […]. L’IA per motociclette ha appena fatto un altro passo avanti grazie a Kawasaki”. Affermano in Giappone.
L’I.A. consente alla moto di “sapere” dove si trova: in città, in autostrada o su una strada di campagna. Il sistema sembra in grado di passare dalla potenza completamente elettrica, ibrida e benzina a seconda della velocità del motore e possibilmente dalla sua posizione. Si potrà interagire tramite un sistema di attivazione vocale integrato nel casco. Ciò permetterà una comunicazione verbale bidirezionale tra pilota e macchina.
Il motociclista potrà chiedere informazioni e la moto risponderà. Che si tratti di carburante, meteo o indicazioni stradali, questa tecnologia può aiutare il motociclista a prendere facilmente decisioni sulla strada da percorrere, senza distogliere lo sguardo dalla strada. Inoltre, è in grado di registrare dati tipo, velocità, giri motore, marcia inserita, i quali saranno consultabili dopo la sessione di guida. In tal modo possiamo, ad esempio, comparare i valori salvati per capire dove migliorare la propria guida. Oppure possiamo semplicemente consultare, da casa, tutti i dati registrati durante la sessione di guida, con l’ausilio di un’animazione 3D.
Moto ibrida Kawasaki: motore & trasmissione
Riguardo al tipo di motore a benzina ci sono tante possibilità. Il video, essendo privo di dettagli specifici lascia spazio a varie ipotesi. Quel che è certo è che Akashi ha recentemente rilasciato il brevetto di un motore 998cc 2 tempi sovralimentato (qui un approfondimento tecnico). Pare che la Kawasaki lo abbia concepito appositamente per una moto ibrida.
Nel grafico si nota uno dei principali vantaggi di un motore elettrico, ossia coppia massima a zero giri. Esso si combina con la curva di coppia del motore endotemico, la quale aumenta con i giri. Ciò consente di ottenere il massimo da entrambe le tecnologie.
Kawasaki concepisce 4 possibili scenari di funzionamento, per la sua moto ibrida. La prima modalità, fa funzionare il motore endotermico e il motore elettrico contemporaneamente per la massima potenza. La seconda permette al motore elettrico di funzionare come generatore. Esso ricarica la batteria quando il motore a benzina è in uso e non è necessaria la sua spinta extra di energia elettrica. Il terzo rende il motore un range extender. Mentre il quarto spegne completamente il motore e alimenta la moto esclusivamente con l’elettricità. Tuttavia, una domanda è lecita. Come fare a mantenere un alto livello di coinvolgimento da parte del pilota?
Kawasaki per la sua moto ibrida prevede un normale cambio manuale a 6 rapporti, con frizione. Potendo così collegare il motore a combustione, il motore elettrico o entrambi al suo albero di entrata. Non male l’idea. Leggi anche: Propulsione ibrida Kawasaki, tecnica di un motore green.
Il primo pezzo del Puzzle
L’anno scorso la casa di Akashi presentò un modello totalmente elettrico EV Endeavour. Una moto strana. Essa presentava un’insolita trasmissione manuale a 4 rapporti, con leveraggi e frizioni. Ma a colpire era la potenza massima, ben al di sotto degli standard: un picco di appena 27Cv. Inoltre l’azienda ha dichiarato di non avere in programma di costruire un EV di produzione. E quindi?. Forse l’EV è stato un test, da parte di Kawasaki, per sviluppare il motore elettrico della moto ibrida. Così come la trasmissione, in tal caso avrebbe un senso.
Altri dettagli…
L’acceleratore (sopra) è stato specificatamente progettato per dare al pilota un controllo pressocché assoluto. E’ dotato di una manopola tradizionale ma con due controlli aggiuntivi chiave: un interruttore a quattro vie (37) e un pulsante “boost” (36). C’è anche un normale kill-switch (34) e un interruttore “meter mode” (35) per accedere a funzioni aggiuntive.
L’interruttore a quattro vie può essere selezionato dal motociclista. Si potrà prediligere quindi, una delle 4 modalità di spinta sopra descritte. Sia l’interruttore che il pulsante boost si muovono entrambi in sincronia con la manopola girevole. In questo modo il pollice può rimanere sempre su di essi, potendo agire agevolmente. Il “pulsante boost'”, permette di aumentare la coppia di uscita della fonte di potenza ibrida. Darà pochi secondi di potenza aggiuntiva una volta premuto. Toccando il freno si disattiva la funzione boost.
Il brevetto Kawasaki mostra una batteria per moto ibrida. I dettagli rilasciati dalla casa di Akashi sono notevoli. Infatti, riguardano le parti interne della batteria e il modo in cui le celle sono allineate e collegate tra loro.
Come la maggior parte dei pacchi batteria, anche questo sistema è costituito da molte batterie agli ioni di litio, più piccole, collegate tra loro. Nell’immagine si riconoscono molte parti tra cui:
- 51 – sistema di gestione della batteria,
- 52 – relè,
- 53 – fusibile,
- 54 – sensore di corrente,
- 64 e 65 – terminali della batteria (sia positivi che negativi ).
Il brevetto arriva anche a mostrare dettagli esterni, come le alette di raffreddamento che coprono l’involucro esterno della batteria.
Moto ibrida Kawasaki, quando arriva?
Kawasaki pare abbia risolto i problemi principali per implementare la sua moto ibrida. Pensate alle 4 ruote, con l’avvento dell’ibrido ci furono subito problemi di costo e di peso. Su una moto, l’aumento di peso risulta essere molto più aggravante in termini di prestazioni e maneggevolezza. Le batterie e il motore elettrico, essendo relativamente piccoli rispetto ad un EV lascerebbero spazio ad un motore endotermico ed un serbatoio.
Le dimensioni generali, non sono tanto più grandi di quelle di una moto convenzionale. Inoltre, le batterie potranno essere ricaricate tramite frenata rigenerativa o grazie al range extender. In questo modo Kawasaki risolve un altro problema che affligge il mondo elettrico: l’autonomia. Unico dubbio sull’impianto di raffreddamento, che dovrà essere sicuramente potenziato. Insomma Kawasaki fa sul serio. L’ibrido potrebbe essere la scelta migliore di entrambi i mondi. Che piaccia o no ben presto vedremo all’opera questo progetto affascinante.