Nasa: pronta a testare i taxi volanti nel 2024

Nasa: pronta a testare i taxi volanti nel 2024

Il prossimo anno la Nasa inizierà ad effettuare i test dei taxi volanti. In particolare ricercatori e piloti testeranno un esemplare che verrà affidato all’Aeronautica Militare statunitense dall’azienda Joby Aviation. Servirà a studiare principalmente come integrare questi velivoli ad atterraggio e decollo verticale nel traffico aereo quotidiano. Se dovesse andare avanti un progetto simile, potrebbe cambiare la mobilità nei prossimi anni o decenni.

Nasa sperimenta i taxi volanti: l’utilità dei test

L’obiettivo del test del prossimo anno è studiare la gestione del traffico aereo, le procedure di volo e come sviluppare le infrastrutture a terra per consentire un uso quotidiano di un “drone che trasporta persone”. Proprio nei mesi scorsi, la Nasa aveva effettuato dei test al simulatore per studiare il rumore emesso dai velivoli e anche il comfort dei passeggeri.

In particolare i passeggeri devono sentirsi a proprio agio. I ricercatori dell’Armstrong Flight Research Center della Nasa a Edwards, in California, hanno esplorato come i passeggeri possono sperimentare un viaggio in aerotaxi costruendo un simulatore di volo di realtà virtuale personalizzato. In questo modo è possibile studiare la risposta fisiologica umana al movimento, alle vibrazioni, al rumore e agli stimoli visivi che i passeggeri possono sperimentare durante un volo in aerotaxi.

Il simulatore prevede l’utilizzo di occhiali per realtà virtuale che raffigurano la cabina di un aereo e l’ambiente cittadino, nonché il rumore e il movimento dei sedili, per simulare un viaggio in un taxi volante. La Nasa condividerà i dati raccolti con il simulatore con l’industria e con altre parti interessate per contribuire a modellare la progettazione degli aerotaxi elettrici, i luoghi in cui l’aereo decollerà e atterrerà e le rotte di volo desiderate attraverso le città. Il taxi volante sarà testato in parallelo dalla Air Force per analizzarne l’uso anche in ambito militare.

Il drone realizzato da Joby Aviation e che NASA studierà per l'integrazione nel traffico aereo
Il drone realizzato da Joby Aviation e che Nasa studierà per l’integrazione nel traffico aereo

Il percorso e l’evoluzione degli AAM

La ricerca Advanced Air Mobility (AAM) della Nasa ha contribuito a questi importanti traguardi. Attraverso la ricerca dell’AAM, la Nasa sta sviluppando un progetto su come si integreranno i sistemi di trasporto aereo del futuro.

Gli aerotaxi e i droni possono essere utilizzati per rispondere alle emergenze, combattere gli incendi e consegnare forniture mediche, e renderanno le nostre comunità più connesse e accessibili che mai. L’obiettivo della Nasa è quello di aiutare le tecnologie mature che spingeranno avanti l’intero settore degli aerotaxi e dei droni, condividendo i risultati con la Federal Aviation Administration (FAA) per informare nuove politiche. Il lavoro con l’aereo Joby contribuirà alla ricchezza di conoscenze che la Aeronautics Research Mission Directorate della Nasa ha già fornito all’industria e alla FAA.

La ricerca si è concentrata sullo studio del rumore degli aerei e ha coinvolto una serie di simulazioni di test di volo nel simulatore di Joby, oltre a test di volo. Joby è stato uno dei destinatari del programma Small Business Innovation Research (SBIR) della Nasa durante le prime fasi dello sviluppo tecnologico dell’azienda. Il programma SBIR fornisce supporto alle piccole imprese per avviare tecnologie innovative, a vantaggio dell’economia degli Stati Uniti.

Agility Prime è il programma di AFWERX incentrato sulla ricerca e sulla sperimentazione dell’uso militare di questi velivoli. L’aereo è stato consegnato alla base aeronautica a Edwards, in California. La Emerging Technologies Integrated Test Force della base nella 412th Test Wing guiderà la campagna di test di volo per Joby e Agility Prime. Anche l’Armstrong Flight Research Center della Nasa si trova a Edwards, una posizione privilegiata per la ricerca sul volo. Questo è il primo di numerosi aerei Joby che l’Air Force sta utilizzando per i test in varie basi militari statunitensi.