Il robot che può rimuovere l’auto in divieto di sosta anche nello spazio più stretto
Quante volte vediamo auto parcheggiate in divieto di sosta? Nei casi peggiori troviamo direttamente auto fermate avanti alle rampe che servirebbero per far salire e scendere le sedie a rotelle sul marciapiede per le persone diversamente abili, in doppia fila, sopra le strisce pedonali: ci sono così tanti esempi nel quotidiano che ci si potrebbe scrivere un libro. Ma se ti dicessi che esiste un robot che rimuove in completa autonomia l’auto parcheggiata in posto in cui non dovrebbe esserlo? Esso può tornare utile soprattutto in città, dove lo spazio disponibile è fondamentalmente molto limitato.
A volte non c’è spazio per posizionare un carroattrezzi convenzionale davanti o dietro il veicolo, e se il personale addetto alla rimozione non ha la chiave o ha a che fare con un’auto moderna molto difficile da rimuovere, quel tipo di carroattrezzi non è l’ideale. Puoi anche usare una gru per sollevare l’auto, ma ciò richiede ancora più spazio in quanto le dimensioni di ingombro sono maggiori.
Come funziona il robot
Ma le società che si occupano del recupero – e potenzialmente gli ausiliari del traffico – hanno un metodo, che potremmo definire come un vero e proprio asso nella manica. È una macchina telecomandata che è un incrocio tra un camion per la rimozione forzata, un carrello elevatore e uno di quei robot mandati nelle aree pericolose per cercare gli esplosivi sotterrati.
Un articolo pubblicato sul portale The Drive ha attirato la nostra attenzione su questo tipo di mezzi speciali, ma sembra che non siano nuovi in quanto sono in circolazione dal 2012: quindi da circa 11 anni. Per essere più pignoli non si tratta di robot veri e propri, perché lavorano al 100% su richiesta di un operatore umano: in sintesi, c’è una persona che lo guida attraverso un radiocomando. Si chiamano Eastract, sono costruiti dalla società francese Multitract e su YouTube i video che li mostrano in azione sono veramente tanti. Uno di essi lo trovi proprio poco più sotto.
Mostra una Range Rover Evoque con un guasto alla trasmissione recuperata da Manchester Breakdown Services, che afferma che il cliente era già stato rifiutato da altre tre società che non potevano spostare il SUV senza trascinarlo, il che avrebbe potuto danneggiare ulteriormente la vettura.
Eastract ha una coppia di cingoli e un ripiano che scorre in avanti come una rampa verso le ruote più lontane del veicolo da trasportare, mentre le ruote più vicine scorrono verso il robot di recupero su un secondo ripiano separato. Ha un carico utile di 2.500 kg, quindi può sollevare la maggioranza dei veicoli che circola per le strade. Il TowTrack XL, invece, può caricare fino a 3500 chili e il passo massimo consentito (distanza fra l’asse della ruote anteriore e posteriore) è di 4700 millimetri. Questo tipo di robot esiste anche in variante “autonoma”. Per capirne più nel dettaglio il funzionamento, basta scendere qualche rigo più sotto.
Come funziona la versione autonoma
Come già anticipato, il robot può essere disponibile anche in versione completamente autonoma. Chiaramente, ne esistono di più tipologie, e le specifiche e le modalità operative possono variare a seconda del sistema o della soluzione utilizzata. Un possibile approccio comune alla maggioranza dei robot consiste nell’utilizzare un insieme di sensori, come telecamere o sensori laser, per identificare le auto parcheggiate illegalmente o in violazione delle norme di parcheggio. Questi sensori scansionano l’area circostante per individuare le auto e analizzano le informazioni visive per determinare se un veicolo si trova in una zona di divieto di sosta.
Sulla base delle informazioni raccolte dai sensori, il robot analizza la situazione e prende una decisione sulla rimozione dell’auto. Questa decisione potrebbe essere basata su parametri preimpostati, come la presenza di un cartello di divieto di sosta o l’assenza di un permesso di parcheggio valido (come nel caso del parcheggio per disabili).
Una volta presa la decisione di rimuovere l’auto, il robot si avvicina al veicolo in questione. Esso è dotato di un dispositivo (che dipende dal tipo di modello del robot) per sollevare o trainare l’auto in modo sicuro. È possibile che venga utilizzato un sistema di ancoraggio o di aggancio per garantire che l’auto sia stabile e sicura durante la fase di rimozione. Dopo aver sollevato l’auto, il robot la sposta verso una posizione designata per il deposito temporaneo o per il recupero da parte delle autorità competenti. Questa posizione potrebbe essere un’area di stoccaggio dedicata o un carroattrezzi.
Durante tutto il processo di rimozione, il robot monitora costantemente l’auto e l’ambiente circostante per evitare danni o incidenti. Potrebbe essere dotato di sistemi di sicurezza, come sensori anti-collisione o telecamere di monitoraggio, per garantire che il veicolo sia gestito in modo sicuro e che non vi siano rischi per le persone o per gli altri veicoli presenti nelle vicinanze. La disponibilità e l’efficacia di tali robot possono dipendere dalle leggi e dai regolamenti locali, nonché dalla presenza di infrastrutture e investimenti appropriati.