SevenTwenty: il casco che promette di rivoluzionare la sicurezza dei ciclisti

SevenTwenty è il nome dei rivoluzionari caschi ideati dalla start-up alto atesina Airhelmet. Questi dispositivi di protezione pensati espressamente per migliorare la sicurezza dei ciclisti si basano su un’innovativa struttura a nido d’ape progettata appositamente per migliorare l’assorbimento degli shock. Andiamo allora ad analizzare più nel dettaglio questo innovativo casco per ciclisti.

Gli standard di sicurezza attuali

Prima di analizzare nel dettaglio il nuovo casco SevenTwenty parliamo degli standard di sicurezza. La normativa che regola l’omologazione dei caschi da bici è la EN 1078. Questa normativa prevede una serie di test per comprovare la capacità di assorbimento energetico del dispositivo in caso di impatto. In particolare, la norma pone come limite per l’omologazione un’accelerazione di picco inferiore ai 250 g. Il perché di questo limite è dato dal fatto che a 300 g il rischio di morte è concreto. Per chi non lo sapesse specifichiamo che 1 g (o 9,81 m/s2) equivale all’accelerazione di gravità terrestre.

Tuttavia, evidenze medico-scientifiche hanno riportato un rischio di infortunio grave anche per valori di accelerazione intorno ai 200-250 g. Infatti, il criterio di verifica su cui si basa la norma è prevalentemente orientato ad evitare la frattura del teschio e trascura quindi i rischi legati ai traumi della materia cerebrale. Per di più, i test sono previsti unicamente per impatti lineari, ignorando l’importante contributo dell’accelerazione rotazionale dovuta ad urti laterali. Si ritiene infatti che l’accelerazione rotazionale sia collegata alle deformazioni subite dalla materia cerebrale in seguito ad un impatto, perciò la sua attenuazione risulta determinante per evitare danni al cervello. Per questi motivi gli standard di sicurezza attuali possono garantire unicamente protezione contro il rischio di morte, risultando insufficienti a mitigare il rischio di infortunio anche grave.

Una ricerca commissionata nel 2020 dall’agenzia assicurativa svedese Folksam ha evidenziato come i caschi in commercio nello spazio UE si attestino intorno ai 171 g, valore ben lontano dal rischio di morte, ma comunque sufficiente a causare danni cerebrali. A tal proposito, un’analisi condotta su dati relativi agli impatti in NFL (National Football League) ha mostrato come intorno ai 150 g ci sia una probabilità superiore al 90% di riportare una commozione cerebrale. È quindi in questa lacuna normativa che si inserisce il casco SevenTwenty con l’aspirazione di diventare il nuovo riferimento per la sicurezza sulla bici.

Test impatto caschi

L’innovativo sistema di SevenTwenty per l’assorbimento dell’impatto

La maggior parte dei caschi per il ciclismo possiedono un nucleo in polistirene espanso (EPS) che deformandosi e/o fratturandosi assorbe parte dell’energia dovuta all’impatto. Questi sistemi sono sì efficaci, ma in misura limitata, in quanto per garantire un livello di assorbimento adeguato risulta necessario ispessire il nucleo, cosa questa che spesso non è possibile per motivi di design o di ergonomia. Inoltre, in caso di urti ripetuti il polistirene può perdere la sua efficacia a causa di deformazioni permanenti o fratture.

L’intuizione della start-up altoatesina è stata quindi quella di sostituire l’obsoleto nucleo in polistirene con un elastomero appositamente progettato per un migliore assorbimento dell’energia dovuta all’impatto. Oltretutto, gli elastomeri possiedono la capacità di sostenere grosse deformazioni elastiche, cioè si deformano tornando poi alla loro forma originaria, e perciò possiedono una maggiore durabilità in caso di urti ripetuti. La vera differenza la fa però la struttura a nido d’ape del nucleo, la quale permette di assorbire l’energia dell’impatto tramite il buckling delle celle esagonali e di ripartire quindi la forza di arresto su una porzione maggiore del nucleo.

Struttura del casco SevenTwenty
Esploso del casco SEVENTWENTYTM. (Fonte: SEVENTWENTYTM Press Kit)

Non a caso questo tipo di struttura viene utilizzato da tempo per applicazioni strutturali e di assorbimento degli impatti in settori molto esigenti come l’aerospaziale e automotive. Inoltre, la flessibilità della struttura a nido d’ape permette il movimento relativo fra il guscio esterno e il nucleo, riducendo così anche le forze dovute ad accelerazioni rotazionali. Tutte queste caratteristiche hanno permesso al casco SevenTwenty di ottenere una certificazione con un’accelerazione di soli 115 g. La struttura a nido d’ape non permette solo di ridurre il rischio di infortunio, ma anche di ridurre il peso della stessa e una migliore areazione della testa. Cosa potrebbe volere di più un ciclista?

Articolo a cura di Axel Baruscotti