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    Pinze freno stampate in 3D: Bugatti ci prova

    Da qui a qualche anno troveremo sempre più componenti meccanici e automobilistici prodotti con una stampa 3D (tra cui pinze freno). Infatti è elevato il numero di aziende, automobilistiche e non, che già fanno uso di tale tecnica. Molte invece si stanno organizzando per indirizzare ricerca e sviluppo,  di fatto per incorporare la stampa 3D nelle loro linee di assemblaggio.

    Pinza freno in titanio della Bugatti
    PH: 3d4growth.com

    Stampa 3D di metalli

    Qualcuno di voi si starà chiedendo di che materiale possano essere fatte delle pinze freno stampate in 3D. Tranquilli, non parliamo né di polimeri né di filamenti biodegradabili, bensì del titanio.

    In generale si parte da una fine polvere di metalli composta in gran parte da titanio (circa 90%) e dalla restante parte di vari additivi, tra cui l’alluminio. La stampa poi è ottenuta per mezzo di fusione laser: sostanzialmente il raggio laser porta localmente la polvere di metallo al suo punto di fusione (almeno 1600 °C data la presenza del titanio), per creare poi l’oggetto desiderato, strato dopo strato.

    Pinza freno in titanio della Bugatti
    PH: bugatti.com

    Ma veniamo alle pinze…

    In precedenti articoli vi avevamo già parlato di Bugatti (Bugatti ChironBugatti Divo) e di come punti sempre ad eccellenze anche al di fuori dell’ordinario. Ancora però non avevamo trattato l’idea innovativa delle pinze freno, di circa un anno fa.

    La stampa 3D di una pinza è piuttosto impegnativa e dura circa 45 ore, dopo le quali il pezzo viene sottoposto a trattamenti termo-chimici e di ricottura che ne migliorano le caratteristiche meccaniche.

    Questo sembra essere un altro successo per Bugatti, che si aggiudica il primato per la prima pinza freno prodotta in 3D, nonché l’oggetto di uso automobilistico in titanio più grande mai prodotto con l’ausilio di tale tecnica. Per la produzione sono infatti serviti 2213 strati per completare un pezzo da 41 cm di lunghezza, 21 cm di larghezza e 13.6 cm di altezza.

    Rispetto alle tradizionali pinze in alluminio, quelle in titanio arrivano a pesare fino al 40% in meno, passando da 4.9 kg a 2.9 kg. Così facendo si passa da una rigidezza di 70 GPa tipica di leghe di alluminio, fino ai 110-120 GPa per alcune leghe di titanio, raddoppiando quasi la capacità di opporsi alle deformazioni elastiche. Inoltre non dovrebbero manifestarsi fenomeni di ossidazione essendo noto come un materiale particolarmente resistente alla corrosione.

    Qui sotto potete vedere come variano le temperature del disco durante la frenata: si passa da temperature di 400 °C all’inizio della frenata, fino agli oltre 1000 °C per arrestare completamente il veicolo. Ovviamente anche le pinze freno devono resistere a tali temperature, infatti il titanio è un materiale che sopporta stress termici simili.

    Pinza freno in titanio della Bugatti
    PH: bugatti.com
    Pinza freno in titanio della Bugatti
    PH: bugatti.com
    Pinza freno in titanio della Bugatti
    credit: bugatti.com

     

    Quello che si pensa a riguardo

    Frank Goetzke, capo del dipartimento delle Nuove Tecnologie in Bugatti, sostiene che lo sviluppo della auto debba essere un processo senza epilogo. Infatti ritiene che:

    ” Questo è particolarmente vero alla Bugatti. Nel nostro continuo lavoro di sviluppo pensiamo sempre a come i nuovi materiali e processi possano essere usati per rendere ancora migliori i nostri modelli. Le nostre richieste sono spesso ai limiti concessi dalla fisica. Per questo Bugatti arriva sempre un passo avanti agli altri costruttori nello sviluppo di soluzioni tecniche “.

    Bugatti Chiron

    Bugatti Chiron: cosa si nasconde dietro il record da 42″ ?

    La Bugatti Chiron è una hypercar della casa automobilistica francese la cui produzione è iniziata nel 2016. Prima di analizzare il record ottenuto nel settembre 2017, vediamo alcuni parametri di base.

     

    Caratteristiche tecniche & Prestazioni

    La Chiron è lunga 4544 mm, larga 2038 mm e alta 1212 mm. Presenta un passo di 2711 mm e una massa di 1995 kg. In parte si è riusciti a risparmiare sul peso, imitando la precedente Veyron con un telaio e una carrozzeria completamente in fibra di carbonio.

    La potenza massima che la Chiron riesce ad esprimere è di 1500 CV (ossia 1103 kW) a 6700 giri/min, grazie anche al motore con architettura W16 e ad una cilindrata di 7993 cm3

    Bugatti Chiron
    PH: motori.it
    Bugatti Chiron
    PH: cavallivapore.it

    Un Record da 42″

    Quali sono le velocità, accelerazioni e contributi aerodinamici che si nascondono dietro a questo record? Proviamo a suddividere la prestazione portata a termine da Juan Pablo Montoya alla guida della Bugatti Chiron.

     

    0-100 km/h

    Le prestazioni dichiarate dalla casa madre dicono che in soli 2.4 secondi venga raggiunta la velocità di 100 km/h con una partenza da fermo. Utilizzando la formula che lega accelerazione con tempo e velocità, è possibile calcolare l’accelerazione a cui sono sottoposti veicolo e pilota: a = Δv/Δt = 11.57 m/s2 (avendo convertito in opportune unità di misura).

    Volendo relazionare questa valore di accelerazione con l’accelerazione gravitazionale, scopriamo che corrisponde circa a 1.18 volte g (assumendo g=9.80665 m/s2). Attenzione però a non farsi illudere: potrebbe sembrare un valore irrisorio se confrontato con i 4/5 g tipici della Formula 1, ma in realtà tali valori fanno riferimento a frenate  -quindi decelerazioni- oppure ad accelerazioni laterali. D’altra parte l’accelerazione “frontale” che la nostra Chiron raggiunge è di tutto rispetto, considerando che pochi veicoli sulla Terra sono in gradi di oltrepassare il valore di 1 g (infatti il limite è imposto da un Δt che deve essere inferiore a 2.83 secondi per raggiungere i 100 km/h).

     

    100-200 km/h

    La Bugatti Chiron impiega soltanto 3.7 secondi per passare da 100 a 200 km/h. Tempi impressionanti se si pensa ai comuni mezzi che siamo abituati a guidare. Infatti, in un periodo così limitato, riusciremmo a malapena ad inserire la terza marcia.

    Un altro dato può essere ottenuto valutando lo spazio percorso. Se consideriamo nuovamente la partenza da fermo, abbiamo 6.1 secondi impiegati per raggiungere i 200 km/h. Questo corrisponde ad un’accelerazione media di 9.11 m/s2. In queste condizioni lo spazio necessario per raggiungere tale velocità è minimo:

    Δs = 0.5 · a · t 2 = 170 m

    Dal video sembrerebbero volerci circa 200 metri, ma teniamo conto che con queste performance basterebbero differenze di pochi decimi di secondo per variare facilmente alcuni dati.

     

    200-400 km/h

    Questo tratto è sicuramente il più impegnativo per la Bugatti Chiron. Il W16 continua a lavorare per incrementare la velocità. A tali regimi diventa molto significativo il contributo negativo offerto dalla resistenza aerodinamica. Ricordiamo che la resistenza varia in modo quadratico con la velocità, seguendo la relazione:

    R = 0.5 · ρ · v · S · cx 

    dove:

    • ρ è la densità dell’aria (1.225 kg/m3 in condizioni standard);
    • S è la superficie frontale del veicolo (2.48 m2 nel caso della Chiron);
    • Cx è il coefficiente di resistenza ottenuto con prove sperimentali in galleria del vento (0.38 in questo caso).

    In questa situazione, al variare della velocità, è possibile vedere approssimativamente come cresce la resistenza aerodinamica (per esempio stiamo trascurando variazioni di assetto dovute all’alettone mobile):

    Resistenza aerodinamica
    Resistenza aerodinamica della Bugatti Chiron

    Osserviamo che per velocità inferiori ai 200 km/h la forza resistente si mantiene al di sotto dei 2000 N. Avvicinandosi ai 400 km/h, la resistenza aerodinamica sfiora i 7000 N, che corrispondono circa a 700 kg di forza imposti dall’aria.

     

    400-0 km/h

    L’ultimo tratto è dominato da un’intensa frenata che arresta la Chiron in circa 10 secondi e 420 metri. Il pacco freni è sottoposto ad uno stress eccezionale che viene governato da tecnologie di derivazione Formula 1: dischi in materiale composito e pinze a 6 ed a 8 pistoncini in titanio.

    A ridurre la velocità partecipa anche l’alettone posteriore. Questo aumenta il suo angolo di incidenza offrendo una superficie frontale maggiore, incrementando ancor di più la resistenza aerodinamica come se fosse un aerofreno.

    Resistenza Aerodinamica
    dal canale YouTube “Game Boy”, fluidodinamica di un alettone

     

    Abbiamo analizzato questo tentativo di record mettendo in luce qualche valore in più per conoscere meglio la Chiron. Attenzione però: il record nel 0-400-0 attualmente appartiene alla Koenigsegg Agera RS con il tempo di 36.44 secondi, ma questa è tutta un’altra storia…

     


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