sospensioni

    Sospensione assale

    Sospensione ad Assale Torcente: A metà strada tra l’Interconnessione Dipendente & Indipendente

    La tecnologia in questione non è di certo una delle più recenti: Tant’è che l’assale a ponte torcente può considerarsi uno dei veri e propri cavalli di battaglia della tecnica costruttiva di Wolkswagen e Fiat degli anni ’70/’80. Precisamente nacque sui modelli Fiat Uno, dotata dello storico propulsore Fire e Volkswagen Golf; per poi diffondersi sulla maggior parte delle vetture di piccola-media cilindrata a trazione anteriore. Parliamo di autovetture di un certo livello, come: la Renault 5 GT Turbo, la Peugeot 205 GTI, la Peugeot 106 Rally. Una volta capito il “Quando” di questa tecnologia, passiamo a valutarne le ragioni.

    Nel mondo dei veicoli e non solo, si cerca sempre una soluzione ibrida: vale a dire a metà strada tra due tipologie differenti, al fine di unire più aspetti positivi possibili. L’assale torcente è di per sé una soluzione con ruote ad interconnessione dipendente. Tuttavia, la deformazione torsionale di un materiale ad alto carico deformativo definiscono un certo grado di libertà e indipendenza tra le due ruote al posteriore.

    Com’è fatto?

    Assale a ponte torcente
    giornalemotori.com

    Essenzialmente la struttura è quella di una sospensione ad assale rigido: Due bracci al posteriore longitudinali alla vettura, collegati al telaio della stessa. Un bel portamozzo rigido per vincolare i due bracci alla trave (chiamata talvolta traversa) torcente, cioè dotata di un certo grado di libertà, a livello di rotazione attorno al suo stesso asse.

    Il collegamento della struttura assale con la carrozzeria/abitacolo è garantita dai soliti elementi elasto-smorzanti: sospensioni con ammortizzatori, molle elicoidali (a spirale) cilindretto e stantuffo oleodinamico/pneumatico ad azionamento idraulico/meccanico/elettronico.

    In comune col ponte rigido ha la caratteristica di mantenere, in qualsiasi condizione di funzionamento, le ruote sempre perpendicolari al terreno.
    Come si comporta in curva? Decisamente bene! La resistenza che la struttura (e di conseguenza la vettura) garantisce alle forze trasversali, che tendono a portare all’esterno il veicolo durante una curva, sono abbastanza elevate.

    Come funzionano?

    Quando il manto stradale definisce due differenti tipi di sollecitazione, a livello delle due ruote, i due bracci rispondono in maniera differente.(come ovvio che sia).

    Ciò porta in sollecitazione la trave di collegamento, la quale garantisce una torsione, e quindi una risposta alla sollecitazione, indipendente tra le due ruote.

    ponte di torsione
    giornalemotori.com

    Un’altra soluzione?

    Fiat Coupè ponte torcente
    Fiat Coupè, giornalemotori.com, Fig.3

    Altra soluzione interessante a livello dinamico-meccanico è quella offerta da Fiat con il modello Coupè. In questo caso, a differenza di prima, la “traversa” è vincolata ai bracci a livello del centro delle ruote e non ad una certa distanza “d” dalle stesse. (fig.3)
    Dal punto di vista dinamico questo cosa varia?
    Le sollecitazioni provenienti dalla ruota si trasmettono ai bracci perpendicolarmente all’asfalto e a sua volta agli estremi della barra di collegamento. In questo modo il momento di flessione garantito dalla traversa (barra) funge da elemento elasto/smorzante per la struttura stessa; come se fosse una molla.

    Sia che parliamo di sollecitazioni simili (a destra e sinistra dell’assale), sia che parliamo di sollecitazioni differenti e indipendenti. La struttura (grazie ad un vincolo diretto sul centro delle ruote) presente maggiore flessibilità rispetto alle soluzioni: assale a ponte rigido e ponte torcente.

     Vantaggi:

    La differenza, nonché punto di forza della tecnologia, rispetto al ponte rigido sta proprio nel fatto che strutturalmente sono identiche. Ma praticamente il ponte torcente garantisce:

    • miglior comfort alla guida;
    • controllo maggiore in curva;
    • maggiore stabilità: sui fondi sconnessi e viscidi (a coefficiente d’attrito basso), per via del minor stato di stress a cui è sottoposto l’intero telaio.
    ponte torcente
    matteodilallo.tech

    E ancora: Una risposta neutra a sollecitazione equivalente agli estremi della barra e materiali duttili in via di continuo sviluppo.

    La flessione della barra e quindi dei bracci al posteriore, per effetto della forza centrifuga apparente durante una curva, provoca la cosiddetta “sterzatura aggiuntiva” sull’asse posteriore.

    E’ come se schiacciando un estremo (per esempio il destro se la curva è verso destra) dell’assale posteriore la vettura si incurvasse e sterzasse nel verso la direzione considerata.

    Pertanto è necessario progettare con molta accuratezza la sezione della trave (in funzione delle sollecitazioni previste), la distanza dal centro-ruota e il materiale. In funzione della distanza centro-ruota si definisce la variazione di campanatura e convergenza del veicolo.

    Difetti?

    Essendo una soluzione ibrida conserva pregi e difetti di entrambe le tipologie di interconnessione: Dipendente e indipendente.
    Dalla configurazione a ponte rigido conserva il difetto di far lavorare l’avantreno con un valore di sottosterzo abbastanza importante.
    Sottosterzo come difetto nella risposta dei veicoli durante una curva, tendendo ad allargare verso l’esterno. Seppur con una buona risposta del materiale in torsione, l’avantreno risulta molto sollecitato e stressato.

    Con una buona fase di progettazione, questa soluzione risulta essere migliore del sistema MacPherson (se al posteriore); ma non ancora in grado di raggiungere l’architettura a Multilink o a bracci trasversali.

    Curiosità:

    Peugeot 205
    it.pinterest.com

    Nel mondo Rally era molto utilizzata questa soluzione in quanto permetteva di avere un posteriore molto più flessibile. Si aumentava la capacità del veicolo di “scodare” e driftare con estremo controllo del sottosterzo della vettura.

    Audi eROT energia ammortizzatori

    Audi “eROT”: Recuperare energia da Dossi, Buche e Curve? Yes, We Can!

    Ogni strada ha i suoi difetti. Buche, dossi, cunette e percorsi tortuosi sono all’ordine del giorno ed hanno tutti un minimo comune multiplo: una guida ricca di stress e fastidi. E se si riuscisse a trasformare un difetto legato al manto stradale in qualcosa di utile per la marcia stessa del veicolo? Audi c’è riuscita! Ha fatto in modo che lo stesso manto stradale sia in grado di ricaricare le batterie dell’autovettura. Esistono tecnologie di recupero-energia (cinetica) in fase di frenata come il KERS (Kinetic Energy Recovery System). Adesso affronterò come sia possibile sfruttare positivamente le imperfezioni dell’asfalto.

    Partendo da uno dei principi primi della fisica, siamo in grado di dire che l’energia di un sistema termodinamico isolato non si crea e né si distrugge, ma si trasforma. Nel nostro caso l’energia si recupera (sotto forma di corrente elettrica) e la si riutilizza evitando che quest’ultima si dissipi nell’ambiente esterno (aria che ci circonda).

    In che modo si recupera energia, quindi?

    Audi eROT energia ammortizzatori
    lastampa.it

    Qual è il nostro “sistema isolato” in questione? L’ammortizzatore! Il cuore delle sospensioni passive/adattive elettro-idrauliche maggiormente diffuse oggi. Una vettura in marcia, per quanto possa essere perfetto il manto stradale, subisce migliaia di molleggi ogni decine di km: del tipo longitudinali (rollio), trasversali (beccheggio) e verticali (imbardata). Il principio è recuperare energia dal movimento continuo degli ammortizzatori e restituirla sotto forma di corrente elettrica per la batteria.

    Sono “Ammortizzatori” convenzionali?

    Assolutamente no! La tecnologia è chiamata eROT proprio come acronimo di ammortizzatori elettromeccanici a rotazione, in italiano. Il sistema per garantire lo smorzamento, sfrutta la rotazione dell’ammortizzatore, o meglio dire di quello che andrebbe a sostituire il gruppo cilindro-stantuffo interno della sospensione convenzionale. Non essendo idraulico ma puramente elettromeccanico, il sistema, garantisce un maggiore spettro di regolazioni dello smorzamento da parte della vettura. Un assetto morbido garantisce comfort alla guida, tuttavia si perde di aerodinamicità e deportanza che a sua volta garantiscono alla vettura maggior “schiacciamento all’asfalto con conseguente aumento della velocità di punta, stabilità in curva e rapidità nei cambi di direzione. L’ultima parola spetta al guidatore e ai suoi gusti!

    Viene così spiegato da Stefan Knirsch, responsabile dello Sviluppo tecnico del Gruppo Audi:

    “eROT è una sistema di sospensioni attive basato su due motori elettrici collocati sull’asse posteriore, utilizzati al posto dei tradizionali ammortizzatori telescopici e collegati ad una batteria (la capacità è di 0,5 kWh). In questo modo, l’energia cinetica generata da buche, irregolarità e curve può essere convertita in elettricità”.

     

    eROT
    autosupermarket.it

    Anche se l’asfalto è completamente liscio e la strada rettilinea, gli ammortizzatori lavorano continuamente; anche semplicemente come reazione al vincolo che l’asfalto garantisce alla vettura (e a tutto il suo peso).

     

    Come funziona l’ammortizzatore eROT?

    Il movimento di estensione e compressione per rotazione degli ammortizzatori eROT stimola e aziona un generatore (componente elettromeccanica), il quale produce elettricità. Tale corrente elettrica viene accumulata in una batteria collocata a livello dell’assale posteriore della vettura. Una volta giunta alla batteria, la corrente interna al circuito elettrico a 48 Volt considerato può essere utilizzata in svariati modi.

    I dati sono incoraggianti! Audi dichiara una potenza media prodotta mediante recupero energetico che oscilla in un range di valori che va dai 100W  ai  150W.
    Si passa dai 3W di autostrada perfettamente rettilinea e ben asfaltata ai 613W di una strada estremamente dissestata.

    Maggior corrente a disposizione si traduce in maggiore corrente alle componenti/sistemi legati alla propulsione del veicolo; migliorando i consumi: si parla di una riduzione di 3g di CO2 a Km percorso!

     

    Non sono energia, non solo comfort..

    eROT
    automobilissimo.com

    La natura elettromeccanica degli ammortizzatori eROT, nonché la struttura posizionata in orizzontale, vale a dire parallelamente al terreno, garantisce:

    • Minor sollecitazioni estensione/compressione rispetto ai convenzionali ammortizzatori idraulici: aumenta il comfort alla guida
    • Essi sono collocati dietro al mozzo posteriore e ciò migliora la capacità di carico del vano bagagli. Posizionando il gruppo ammortizzatore/molla in orizzontale, il carico della vettura non influenzerà la resistenza della sospensione. Fattore limitante nelle sospensioni idrauliche convenzionali, in quanto il carico (peso) del bagagliaio automaticamente spinge verso il basso la vettura (per la natura della forza peso) e di conseguenza gli ammortizzatori fino ad un certo limite, fissato dalle caratteristiche tecniche della sospensione.

    Applicazioni:

    Audi eROT energia ammortizzatori
    mashable.com

    L’applicazione del sistema eROT riguarda esclusivamente vetture dotate di circuito elettrico a bordo a 48V. Non a caso il gruppo VW e Audi inclusa stanno puntando su questa strategia di elettrificazione interna della vettura per garantire priorità assoluta della tecnologia ai clienti del marchio tedesco.

    A partire dal 2017, eROT alimenterà il sistema mild hybrid di un nuovo modello Audi; si parla di risparmio di carburante fino a 0,7 L /100 km.
    Chi vivrà, vedrà.

    sospensioni

    Veicoli con sospensioni a Bracci Oscillanti : “Tilting Vehicles”, c’è un perché!

    I Tilting Vehicles sono definiti come quella categoria di veicoli in grado di variare continuamente l’angolo di apertura tra l’asse verticale del veicolo stesso e la strada. Questo sistema è tipicamente utilizzato nell’industria dei motoveicoli, tuttavia da qualche anno a questa parte sta emergendo anche nell’Automotive. Il nuovo sistema sviluppato da Mercedes ha numerosi benefici, tra i quali: Stabilità e Comfort di guida. Cerchiamo di capire il perché dal punto di vista meccanico.

    Un modo semplice e intuitivo per capire ciò che sto per illustrare è un paragone tra Autoveicoli e Motoveicoli. A parità di condizioni esterne, pressione, carico agente, sforzo richiesto e quant’altro, quale delle due categorie di veicoli, precedentemente citate, risulta essere più stabile in curva, in termini di controllo? Sicuramente i Motoveicoli.

    Principio fisico:

    tilting vehicles
    advrider.com, Fig.1

    Certo, tutto dipende dalla qualità della componentistica del veicolo; ma dal punto di vista fisico si può notare che la differenza è sostanziale! In curva, un’automobile, è sottoposta a forti spinte orizzontali, meglio dire laterali; tali spinte sono dovute alla forza centrifuga.

    La forza centrifuga è una forza apparente che nasce nel momento in cui osserviamo un corpo che si muove di moto circolare (es. curva) nel sistema di riferimento non inerziale, solidale al corpo stesso. La forza reale agente è detta centripeta. Tale forza spinge il veicolo, istante per istante, a percorrere spostamenti esterni e radiali alla curva stessa.

    Notiamo nella pratica cosa accade:

    tiltings vehicles
    advrider.com, Fig.2
    tiltings vehicles
    advrider.com, Fig.3

    E’ intuitivo immaginare che tali spinte siano uno svantaggio sotto ogni punto di vista, come il comfort e la stabilità in curva (parametri fondamentali in fase di progettazione dinamica di un veicolo). Perché tutto ciò? Dalla prima immagine si può notare come il baricentro della vettura risulti instabile nella fase di impostazione e percorrenza della curva, tale svantaggio amplifica gli effetti dell’azione centrifuga portando il veicolo ad “allargare” la curva e perdere, con molta facilità, il controllo.

    Ecco il perché dei Tilting Vehicles: come possiamo notare dalla Fig.1 , il veicolo al centro con tre ruote risulta essere molto più stabile, nonché garantisce, al pari di un Motoveicolo, un Baricentro pressoché in equilibrio dinamico.

    Quindi abbandoniamo le 4 ruote e passiamo tutti alle due? Ovviamente no, la soluzione non è così drastica e a porre rimedio c’è proprio Mercedes con la sua tecnologia MBc e ABc.

    Cosa si è inventata Mercedes?

    In piega come su una moto, Mercedes Coupé S, ha rivoluzionato il concetto di quattro-ruote.

    Da sempre questa grande coupé è la punta di diamante della gamma Mercedes-Benz – ha dichiarato Weber, capo RD mercedes – Con innovazioni come la ‘curve tilting function’ la nuova Classe S sottolinea ancora una volta la propria vocazione all’eccellenza dal punto di vista tecnologico“.

    Tale tecnologia è in grado, a seconda dell’ampiezza di curvatura che si sta percorrendo, di sollevare l’asse delle molle d’acciaio degli ammortizzatori in modo continuo e variabile. Tali ammortizzatori sono integrati nei cosiddetti montanti telescopici delle sospensioni.

    Mercedes Curve Tilting
    pistonheads.com, Fig.4. Con schema rappresentativo legato al sistema di funzionamento: Elemento elastico, elemento smorzante in serie con la componente idraulica della sospensione.

    Un lato, destro o sinistro, a seconda delle condizioni d’esercizio, si abbassa e di conseguenza l’altro viene sollevato mediante l’impiego di cilindri tuffanti . Chiaramente il lato “compresso” e “tirato” sono azionati da un comando elettro-idraulico in modo tale da evitare la situazione in Fig.2. In tale figura si mette in evidenza lo scomfort e la pericolosità delle spinte laterali in fase di percorrenza rapida.

    Il risultato? Un’auto inclinata in modalità Tilting per qualche secondo. I parametri che descrivono questa funzione come durata, intensità e variabilità d’inclinazione sono funzione della velocità e delle caratteristiche del percorso.

    L’effetto percepito è ancora più intenso rispetto all’inclinazione visibile, assicurano in Mercedes

    Come riesce il sistema a differenziare tali parametri in modo efficace?

    La soluzione è il Magic Body control (MBc):

    Il sistema oltre ad un’efficiente componente elettro-idraulica, è dotata di un avanzatissimo sistema di riconoscimento del percorso: Sfrutta sensori e telecamere stereoscopiche.

    Tilting vehichles
    avantgarde.egloos.com

    Tale tecnologia, posta in prossimità del parabrezza, è in grado di rilevare, con buona precisione, l’ampiezza di curvatura del percorso successivo alla vettura fino a 15 metri. E’ munito di particolari sensori, il quale rileva l’accelerazione di spinta laterale a cui è sottoposta la vettura.
    Vi sono, inoltre, sensori di pressione, sensori a livello dei bracci oscillanti delle sospensioni e segnali FlexRay, in grado di rilevare con efficienza la velocità di marcia. L’informazione viene inviata alla centralina, la quale di conseguenza regola l’intensità del Tilting.

    Cosa accade, meccanicamente parlando?

    In questo caso parleremo di ABc (Active Body control):

    In sostanza la tecnologia regola simultaneamente l’assetto della vettura; il tutto grazie anche alle sospensioni di tipo attive di cui è dotata. I quattro montanti telescopici delle sospensioni, con annessi pistoncini (cilindri idraulici), svolgono una funzione fondamentale: regolare e compensare nel migliore dei modi l’assetto, al fine di “addolcire” i movimenti di sobbalzamento, imbardata e beccheggio della vettura.

    ABC Mercedes
    eurocarnews.com

    I sensori di pressione, presenti nei montanti telescopici, sono in grado di rilevare la pressione a cui è sottoposto il fluido in camera idraulica, per via dello sforzo agente durante la fase di percorrenza. La centralina rielabora i dati e mediante valvole servo-idrauliche gestisce il corretto dosaggio, in termini di pressione, dei fluidi nell’impianto idraulico, sia sull’assale anteriore, sia su quello posteriore.

    ABc Mercedes
    forum.citroeny.cz

    L’olio scorre nei pistoncini, vale a dire nei cilindri tuffanti, e regola l’altezza dell’asse delle molle integrate nelle sospensioni attive Mercedes. Tale regolazione va ad equilibrare le forze di spinta e garantisce molta stabilità.

    Ottimale solo in curva?!

    Con a disposizione una pressione idraulica nei tuffanti fino a 200 Bar, tale sistema è in grado di garantire un livello costante della vettura anche in rettilineo, indipendentemente dall’intensità del carico trasportato. Tutto ciò previene problemi di danneggiamento permanenti e consistenti alle sospensioni.

    Tilting Vehicles
    germancarforum.com

    • Ad alte velocità il sistema abbassa il baricentro (fino ad un’escursione massima di 15mm) della propria struttura. Il tutto per rendere la vettura stabile ai carichi laterali (esempio. venti forti) e ridurre la resistenza aerodinamica. Non a caso le auto, aerodinamicamente parlando, efficaci, sono molto basse. Il perché? Si fa in modo che si sfrutti al massimo l’effetto di deportanza che tende a schiacciare la vettura al suolo. Maggior compattezza, maggior stabilità e maggior velocità massima.

    E per i terreni sconnessi?

    No Problem! Mercedes ha pensato davvero a tutto!
    Premendo il tasto della funzione di livello, l’altezza dal suolo aumenta di ben 40mm. Ciò consente maggior sicurezza nella percorrenza di fondi stradali sconnessi, accidentati o rampe.
    In USA e Canada l’escursione massima di sollevamento è ridotta a 30mm.

    Tilting Vehicles “chimere” :

    advrider.com, dutch 3 wheel car
    moto.zombdrive.com, Piaggio MP3 500
    Toyota tilting
    corrieredellosport.it, Toyota i-Tril.

    Non perdetevi altri approfondimenti come:

    https://vehicle.closeupengineering.it/sospensioni-attive-oleodinamiche/10212/

    https://vehicle.closeupengineering.it/gli-angoli-delle-sospensioni-e-lassetto/10216/

    Suspension

    Sospensioni, Ferrari e DS: L’elettromagnetismo is the Way!

    Ferrari e DS condividono lo stesso entusiasmo nell’adozione dell’elettromagnetismo nei dispositivi meccanici legati alle sospensioni. Il principio fisico alla base è lo stesso, tuttavia l’adozione che le due case costruttrici ne fanno è completamente differente. Parleremo di SCM (Sospensioni a Controllo Magnetoreologico) per Ferrari e di BSS (Bose Suspension System) per quanto riguarda DS.
    Entrambe le soluzioni garantiscono sicuramente maggior “handling“, una guida più divertente e confortevole; anche in situazioni estreme e ad alto carico di sollecitazioni.

    Il tutto è assicurato da una netta riduzione del rollio, che per definizione è l’oscillazione che un qualsiasi tipo di veicolo riscontra intorno al proprio asse longitudinale, anche detto asse di rollio.

    Rollio
    ralph-dte.eu

    Sospensioni a Controllo Magnetoreologico (SCM):  

    La tecnologia SCM rappresenta un vero e proprio salto nel futuro, per via della variabilità del sistema e della sua versatilità. L’adozione (vincente) è legata al mondo delle corse di Formula 1: con la Ferrari 248 F1.
    In maniera del tutto sperimentale, la Ferrari 248 F1 fu dotata nel posteriore, a partire dal 2003, del sistema di sospensione a controllo Magnetoreologico; vale a dire di una sospensione in grado di reagire, a seconda della sollecitazione inviata, con un campo magnetico imposto. Alla tecnologia SCM vennero inoltre equipaggiati ammortizzatori rotanti a smorzamento controllato.
    Ammortizzatori rotanti
    f1analisitecnica.com
    Questi ultimi , come è possibile notare da questa graphic, non sfruttano la compressione o trazione per ammortizzare il veicolo, ma la rotazione! Ebbene sì, è la rotazione di questi ultimi a smorzare, in modo controllato, l’oscillazione lungo l’asse della sospensione. L’efficienza aumenta ed è utile in asfalti sconnessi e con rapidi e continui cambi di inclinazione.
    L’adozione di questa tecnologia si estese anche al settore Automotive con la Ferrari 599 GTB Fiorano, Ferrari F12 Berlinetta e alcune versioni dell’Audi TT.

    Analisi tecnica delle sospensioni SCM:

    SCM
    autoconnesse.it

    Il sistema è caratterizzato da due magneti in direzione opposta che interagiscono con un fluido particolare, il quale, arricchito con particelle meccaniche, è in grado di modificare la sua viscosità in un delta di tempo molto piccolo. Questo tipo di sospensione garantisce un tempo di risposta alla sollecitazione ben cinque volte più veloce.

    SCM
    giornalemotori.com

    Le particelle di fluido degli ammortizzatori possono modificare le proprie caratteristiche dinamiche, come la viscosità, reagendo ad un campo magnetico controllato elettronicamente tramite centralina. E’ quest’ultima a fornire i dati necessari a mettere in circolo una corrente con determinato amperaggio e voltaggio, tale da indurre un campo magnetico nei due magneti posti all’estremità della sospensione, andando a modificare la viscosità del fluido.

    Ciò comporta una reazione più o meno morbida degli ammortizzatori.

    https://giphy.com/gifs/3o7bud0E4hB14LR5qo

    Il vantaggio, come già detto, sta nella rapidità di risposta e variazione continua nell’assetto degli ammortizzatori.

    Il Bose Suspension System (BSS):

    BSS
    techsmart.co.za

    DS, marchio Premium del gruppo francese Citroen, adotterà, a partire dal 2018, sistemi di sospensione elettromagnetici. L’innovazione ha origine nel 1980 con l’azienda americana Bose. Lo sviluppo di questa tecnologia raggiunge il culmine negli ultimi anni con l’avvento dell’e-mobility e dell’assidua ricerca nella sostituzione della meccanica classica con l’elettro-meccanica ( o Meccatronica).

    Come funziona?

    BOSE
    auto.howstuffworks.com

    Il sistema è chiamato per l’appunto Bose Suspension System ed è composto da un piccolo motore ad induzione elettromagnetica posto su ogni ruota. Mediante energia elettrica inviata al motore elettromagnetico si può controllare l’intensità di repulsione magnetica tra i magneti posti all’interno del sistema; e di conseguenza controllare la rigidezza e lo smorzamento delle sospensioni.

    Elettromagnetic suspensions system Bose
    slideshare.net

    Il sistema può svilupparsi e contrarsi come un cuscino a seconda dell’esigenza richiesta dal terreno e dai dati forniti dalla centralina. Il funzionamento è simile a quello dei treni a levitazione magnetica, precedentemente trattati in un nostro articolo.

    I benefici?

    bose_suspension
    extremetech.com

    Sicuramente maggior comfort alla guida, compostezza e assoluta indipendenza del sistema dai vincoli imposti dall’asfalto.
    Il “corpo-vettura” e ruote non sono collegate meccanicamente come nel caso convenzionale, bensì tramite un collegamento di reciprocità ad intercapedine magnetica; è il magnetismo a spingere le due componenti rigide precedentemente nominate a muoversi reciprocamente.

    I difetti potrebbero essere legati al costo elevato di tale tecnologia, nonché l’impossibilità nel poter installare tale sistema su ogni tipologia di automobile,  indipendentemente dalla sua età.

    DS non è l’unica a pensare al futuro. Anche le tedesche, come Audi e Mercedes, hanno iniziato un’intensa fase di sviluppo per l’adozione delle Fully Active Suspension.

    https://giphy.com/gifs/3o7buckx6A8Mqv1Ses

    Altri approfondimenti a 360° legati al mondo delle sospensioni potete trovali sulla nostra pagina Web:
    ==> https://vehicle.closeupengineering.it/?s=Sospensioni

    Che sia l’inizio di una nuova era per le sospensioni? Staremo a vedere!

    Assetto

    Gli angoli delle sospensioni e l’assetto

    L’assetto di un veicolo comprende tutte le regolazioni che si fanno agli angoli delle sospensioni rispetto agli assi dell’auto. Esse vengono operate in relazione alla tipologia di guida che si vuole ottenere, più o meno sportiva, e alle condizioni stradali che si devono affrontare.

    In realtà il ruolo chiave è giocato dagli pneumatici. Essi rappresentano infatti l’interfaccia con il terreno e non basta avere ottime sospensioni per ottenere grandi performance. Gli pneumatici devono garantire aderenza al fondo stradale e devono consumare uniformemente il battistrada.

    Gli angoli importanti da calibrare durante la regolazione dell’assetto sono quattro. Due di essi riguardano strettamente le regolazioni delle ruote nella posizione non sterzata. I restanti invece regolano la posizione dell’asse di sterzo rispetto al fondo stradale. Con asse di sterzo intendiamo la linea attorno alla quale ruotano mozzo, portamozzo, cerchio e gomma durante la fase di sterzatura.

    Convergenza

    L’angolo di convergenza totale è formato tra i piani di rotolamento delle ruote di un assale. Il punto di vista è quello della vettura dall’alto. L’angolo proprio di ciascuna ruota viene definito di semiconvergenza. L’angolo totale viene detto

    • positivo, se i due piani di rotolamento si incontrano anteriormente all’assale considerato
    • negativo, se i due piani di rotolamento si incontrano posteriormente all’assale considerato

    La convergenza positiva assicura migliore stabilità in frenata. Aumentando considerevolmente l’angolo di convergenza di ogni ruota si giunge ad una maggiore usura dello pneumatico. Alcune vetture consentono la regolazione anche sulle ruote posteriori.

    Camber o campanatura

    Anche questo angolo si misura tra i piani di rotolamento delle ruote ma cambia il punto di vista. La vettura viene infatti osservata di fronte. L’angolo della singola ruota si misura tra il piano di rotolamento e la linea di mezzeria dell’auto. Il camber è

    • positivo, se i due piani di rotolamento si incontrano al di sotto del piano stradale
    • negativo, se i due piani di rotolamento si incontrano al di sopra del piano stradale

    Nella maggior parte delle vetture il camber è regolato positivamente. Questi angoli servono a migliorare le prestazioni del veicolo in curva per garantire la maggiore superficie di appoggio dello pneumatico. Rendendo questo angolo più negativo si ottengono i risultati migliori. Questo perché si forma un’impronta stradale uniforme. Nonostante ciò, durante l’utilizzo su strada rettilinea lo pneumatico si usura maggiormente nella parte interna.

    Schema convergenza
    gommeblog.it

    Come individuare l’asse di sterzo

    L’asse di sterzo è una linea immaginaria che passa per le due cerniere che permettono la rotazione del portamozzo. Una unisce il portamozzo col braccetto inferiore e l’altra con quello superiore. Osservando la vettura si può notare che questa linea non è perfettamente verticale.

    Incidenza o caster

    Si tratta dell’angolo tra la proiezione longitudinale dell’asse di sterzo e la verticale perfetta. Nella maggior parte dei veicoli è un angolo positivo poiché assicura maggiore stabilità durante la marcia. Questo significa che la vettura viene mantenuta dritta più facilmente in caso di terreno sconnesso.

    King-Pin o Offsett

    Osservando la vettura frontalmente si osserva ancora una volta che l’asse di sterzo è inclinato. Anch’esso nella maggior parte dei veicoli risulta positivo. Modificare gli angoli relativi all’asse di sterzo richiederebbe di modificare lo stesso schema delle sospensioni e spostare i fulcri relativi ai portamozzi.

    Un ulteriore elemento che può essere considerato nella regolazione dell’assetto è l’altezza della scocca rispetto al terreno. Modificare questo parametro, così come montare molle e ammortizzatori più rigidi, significa spesso andare a scapito del comfort. Si ottiene maggiore stabilità e migliorano le prestazioni aerodinamiche. Bisogna in ogni caso assicurarsi che non vengano modificati in modo dannoso gli angoli di camber.

    Schema camber
    baronerosso.it

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