Automotive made in italy: passato e presente

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Negli ultimi mesi l’automotive made in italy è in leggero rialzo. Le immatricolazioni di auto in Italia sono aumentate: +12,31 % (all’incirca 160 mila nuovi veicoli targati) rispetto all’anno scorso. Non ai pari della casa automobilistica francese Renault (+55% di vendite) o del mostro tedesco BMW (+22%); comunque un ottimo risultato a due cifre, tale da farci entrare nella Top ten delle vendite.

I modelli più venduti vedono nelle prime tre posizioni le italiane: Fiat Panda, Fiat 500L ed infine Lancia Ypsilon. A favorire questo incremento notiamo sicuramente la vasta gamma di incentivi auto, da parte delle case automobilistiche, unito ad un aumento di qualità ed affidabilità dei veicoli stessi.

Ma è stato sempre così per l’automobilismo italiano?

Purtroppo ci sono stati anche lunghi periodi negativi nel corso degli anni. Come dimenticare la crisi del gruppo Fiat, oppure la cessione del marchio motociclistico italiano Ducati ai tedeschi del gruppo Audi. Stessa sorte è toccata alla storica azienda di Ferruccio Lamborghini, da cui prende il nome. La Pirelli storica azienda italiana fondata nel 1872, leader nella produzione di pneumatici a livello agonistico e non, è diventata, recentemente, cinese.

Il mercato italiano è stato per anni leader mondiale nell’innovazione automobilistica e ancora oggi fa molto parlare di sé. I marchi leader attuali hanno lavorato, per anni, a fianco delle “italiane” per la progettazione e sviluppo di nuovi sistemi di alimentazione, trasmissione e propulsione.

Dobbiamo quindi essere molto fieri della nostra nazione che, al contrario di quanto pensano in molti, è sempre stata un’icona di riferimento per l’automobilismo.

Ecco a voi, 15 esempi di automotive made in italy che lo dimostrano:

Freno a pedale

Nel 1899 la Fiat fu la prima casa automobilistica ad introdurre il freno a pedale, sostituendo il poco affidabile freno a leva; venne montato per primo su una Fiat 3 1-2 HP. Il motore, collocato posteriormente, è un bicilindrico raffreddato ad acqua attraverso un radiatore a serpentina (sotto al sedile nei primi esemplari, poi spostato in posizione anteriore, davanti all’assale), dalla cilindrata di 657 cm³ per una potenza effettiva di circa 4,5  HP a 400 giri/min (la potenza nominale veniva indicata in 3,5 HP, da cui prendeva il nome la vettura, per fini fiscali).

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Fiat S76

La FIAT S76, conosciuta anche come FIAT 300 HP RECORD e soprannominata “la belva di Torino”, fu un’autovettura italiana costruita dalla FIAT nel 1911 appositamente per battere il record di velocità terrestre detenuto all’epoca dalla Blitzen-Benz. Il suo motore da 28353 cc di cilindrata erogava 290 CV a 1900 rpm; fu un’auto molto rara, non a caso ne vennero costruiti solo due esemplari. Nel 1911 la Fiat S76 guidata dal pilota italiano Pietro Bordino raggiunge i 200 km/h sul circuito di Brooklands. Nel 1912 la “Biblocco italiana”,  a Long Island, raggiunse la velocità di 290 km/h.

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La prima monovolume “aerodinamica” della storia

La 40-60 HP Aerodinamica fu la prima “monovolume” della storia, fu realizzata nel 1914 sulla base della 40-60 HP, su specifica richiesta del Conte Marco Ricotti: per questo motivo, nonché per la particolare aerodinamicità, venne soprannominata “Siluro Ricotti”. Tecnicamente identica alla 40-60 HP, l’aerodinamica si differenzia per una carenatura integrale a “goccia”, ottenuta utilizzando pannelli di alluminio rivettati. La forma è ispirata ai dirigibili e può considerarsi uno dei primi esperimenti di carenatura aerodinamica in campo automobilistico. L’aspetto più innovativo era il fatto che la carenatura dell’abitacolo includesse anche il vano motore, lasciando scoperto solo il radiatore; venne creato un grande vetro curvo anteriore, realizzato in tre pezzi, e altre finestrature laterali per migliorare la visibilità. L’aerodinamica migliorata le permise di aumentare di 14 Km/h la velocità massima rispetto al modello base da cui deriva. Dagli stabilimenti Alfa Romeo uscirono solo 27 esemplari di questa vettura.

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Cambio a 5 rapporti

Nel 5 Agosto 1948 la Lancia è la prima casa automobilistica a costruire un’auto con un cambio a 5 rapporti. Questo ennesimo primato fu presentato ufficialmente il 15 settembre 1948 al Salone dell’automobile di Torino, con la terza serie dell’Alfa Romeo Ardea. Quest’ultimo gioiellino della casa milanese, si distingueva esteticamente grazie all’ampliamento del lunotto e la comparsa della nervatura centrale “a cresta” sul tetto e sul coperchio del bagagliaio.

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Motore GTI

Al contrario di quanto pensano gli amanti delle auto tedesche, il motore GTI non è un esclusiva della Volkswagen Golf degli anni 70; il termine GTI fu coniato per la prima volta dalla Maserati (scopri la nuova serie Maserati Royale disponibile per Quattroporte, Ghibli e Levante) che nel 1961 presentò la potentissima 3500 GT Iniezione. Si tratta di un motore 3,5 litri, 6 cilindri in linea bialbero e 3 carburatori Weber ; dotata di accensione meccanica Magneti Marelli, doppia candela e doppia pompa della benzina e fu una tra le prime auto a montare anche le sospensioni posteriori con balestre “semiellittiche”. Nella versione ad iniezione la potenza saliva fino a 235 CV, grazie all’innovativo cambio ZF a 5 rapporti.

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Compressore Volumex

La Fiat 131 Abarth Racing “volumetrico” e la Lancia Rally 037 sono state le primissime auto a montare il Volumex un compressore volumetrico brevettato dall’Abarth nella fine anni ’70. Il Volumex si differenzia dal compressore a lobi, utilizzato da numerose auto dell’epoca, per la struttura caratteristica: una scatola al cui interno veniva compressa dell’aria destinata all’aspirazione; tramite un rigido collegamento con l’albero motore mediante cinghia o catena, il compressore riceveva, dal propulsore stesso, il moto per il proprio funzionamento, questo consentiva una maggiore potenza ai bassi regimi e un incremento della fluidità di marcia.

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Sistema VCT

Alfa Romeo sviluppa nel 1980 una tecnologia molto sofisticata sul controllo variabile della fasatura delle valvole, il VCT (Variable Camshaft Timing). Tale sistema di distribuzione venne adottato per la prima volta su un’autovettura di serie: L’Alfa Romeo Spider Duetto. Il progetto della casa automobilistica milanese fu da esempio per altre numerose aziende leader, come per esempio: Toyota(VVT), Honda(V-TEC), Ford(VCT), Fiat(MultiAir) e Ducati(DVT).

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Motore Fire

Nel 1985 la Fiat inventa il famoso motore Fire (acronimo di Fully Integrated Robotized Engine): 4 cilindri in linea verticale, con distribuzione ad asse a camme in testa, a 8 (o 16) valvole, con disposizione anteriore di tipo trasversale. L’adozione dell’albero a camme in testa e l’accensione elettronica riduceva drasticamente gli interventi sulla manutenzione, migliorava i consumi e diminuiva la rumorosità. La prima italiana a montare il motore Fire fu la Autobianchi Y10.

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Alettone elettrico estraibile

La Lancia fu la prima casa automobilistica a brevettare e montare, sulla Thema 8.32 berlina, l’alettone elettrico estraibile, alla fine degli anni 80; quest’ ultimo si azionava automaticamente raggiunta la velocità di 80 km/h, aveva il compito di ridurre la resistenza aerodinamica, favorendo una velocità di punta maggiore. Questa innovazione è alla base del sistema DRS utilizzato in Formula Uno, e del flap elettronico montato sulle odierne super car.

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Turbodiesel ad iniezione diretta

La Fiat Croma Turbo I.D 1988 fu la prima automobile Turbodiesel con iniezione diretta di gasolio. Venne prodotta dal 1985 fino al 1997; larga 175 cm, lunga 451 cm e alta 144 cm, il serbatoio disponeva di un volume di 70L e la potenza erogata dal propulsore era di 117 CV.

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Common Rail

Il sistema di alimentazione diesel Common Rail utilizzato sulla grande maggioranza di motori a ciclo Diesel, fu brevettato dalla Fiat/Magneti Marelli ma venne poi venduto ed industrializzato dalla Bosch per mancanza di fondi.

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Auto TD più veloci

Alla fine degli anni ’80 l’Alfa Romeo 164 TD seguita dalla Volvo 760 TD, furono le turbodiesel più veloci del momento, detenendo numerosi record su circuito. Il motore da 2.5 L con 4 cilindri in linea, basamento in ghisa, testate separate in lega leggera era in grado di erogare 117 CV a 4200 giri/min tramite un singolo albero a camme laterale ed alimentazione ad iniezione indiretta .

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Trazione integrale Q4

Nel 1991 L’Alfa Romeo realizza per Alfa 155 e Alfa 33, la trazione integrale Q4, un innovativo sistema di trazione su quattro ruote motrici con una diversa ripartizione di coppia tra i due assi che consentiva un aumento dell’aderenza anche in condizioni climatiche avverse.

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Alfa Romeo Giulia

L’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio ha strappato un ottimo tempo al Nürburgring, considerato il circuito per eccellenza che mette alla dura prova auto e pilota. La Giulia Quadrifoglio monta un potente 6 cilindri a V dotato di turbo, 2.9 litri di cilindrata, in grado di erogare 510 CV e una coppia massima di 600 Nm. Adotta numerose novità: cambio automatico ZF a otto marce, nonché l’utilizzo di numerose componenti in fibra di carbonio, per diminuirne il peso ed incrementare la velocità massima (circa 307 km/h). Il giro su pista ha rivelato numerose potenzialità del marchio italiano, che ai pari delle supercar tedesche, è pronto a far ritornare grande il nome Alfa, che per anni insieme alla Lancia, ha dominato nei campionati automobilistici.

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LaFerrari

La Ferrari detiene numerosi record di vendite nel corso degli anni. L’ ultimo al Salone di Parigi, lo scorso ottobre, per LaFerrari Aperta, una spider da 960 CV di potenza per 1,86 milioni di euro. Le azioni del Cavallino hanno guadagnato più del 5% in borsa.

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