Dopo la particolare e discutibile presentazione del nuovo pick-up, Tesla continua ad essere al centro dell’attenzione, e lo fa con l’aerodinamica del CyberTruck.
La scorsa settimana ingegneri, professori, o anche semplici fan, hanno provato a dire la loro per quanto riguarda l’aerodinamica del CyberTruck in attesa dei futuri dati ufficiali. Proviamo a mostrarvi il panorama attuale.
Il primo tentativo di voler fornire una risposta alla resistenza aerodinamica del pick-up arriva da Justin Martin, un ingegnere aerospaziale che ha sfruttato un software CFD per simulare il flusso (quindi una simulazione di fluidodinamica computazionale).
Al di là delle opinioni personali in tema di gradimento o meno, le linee spigolose sono spesso deleterie per l’aerodinamica di un veicolo, dato che costituiscono dei punti di separazione imposta dello strato limite. Tuttavia gli ingegneri Tesla sapevano quello che stavano facendo, e difficilmente avrebbero lavorato per mettere sul mercato un corpo tozzo del tutto inefficiente.
Justin Martin si è preso quindi la briga di scoprire come si comporta l’aria quando investe il mezzo di acciaio inossidabile. Per ricostruire il modello CAD esterno ha impiegato decine di ore per visionare immagini e video in rete, in modo da riprodurre il veicolo il più fedelmente possibile alla realtà.
Dalle immagini disponibili possiamo notare che il flusso si comporta decisamente meglio di quanto ci si potesse aspettare. L’aerodinamica del CyberTruck sembra funzionare abbastanza bene, mantenendo il flusso attaccato mentre passa sopra al veicolo.
La linea gialla superiore sul retro mostra un ispessimento dello strato limite con allontanamento del flusso d’aria, primariamente dettato dal punto angoloso sul tettuccio, denotato anche dal picco di pressione “colorato” di rosso.
Justin è rimasto anche sorpreso dalla creazione di vortici. Li ritiene una soluzione interessante per poter aiutare a ricollegare il flusso dopo il picco.
Nonostante la simulazione effettuata, che potete trovare sulla sua pagina Instagram, ha preferito non diffondere alcun tipo di dato quantitativo per evitare di influenzare. Infatti ci sarebbero in gioco valori non del tutto veritieri dato che non è riuscito ad ottenere sufficienti informazioni inerenti a ruote e parafanghi.
Altre simulazioni sono state effettuate e mostrate in parte nel seguente video:
L’aerodinamica del CyberTruck sembra anche in questo caso funzionare abbastanza bene, con un coefficiente di resistenza medio che ha raggiunto il valore minimo di 0.38. Numero che acquista maggior valore se confrontato con la Ford F-150 del 1997, il cui cx era pari a 0.45 o con la RAM 1500 dell’anno scorso con un coefficiente di 0.36, dichiarato dall’azienda come il migliore della categoria.
Tuttavia, sul video in questione (quello precedente al confronto dei tre pick-up per intenderci), è intervenuto anche Chris Baker. Non il primo signore che passa, ma un esperto del settore, nonché professore di meccanica dei fluidi all’Università di Birmingham. Non ha trovato << per nulla convincente >> la simulazione precedente, forse anche per come il modello è posizionato rispetto nella corrente.
Quindi le cifre in gioco potrebbero non essere così precise e il problema non sembra affatto risolto.
Si tratta di un codice piuttosto goffo e il modo in cui il modello 3D è posizionato nello spazio e sopra al suolo renderà i modelli di flusso del sottoscocca tutti sbagliati, il che influenzerà a sua volta il resto del flusso”, afferma il professor Baker. “Dal mio punto di vista, non sembra proprio una soluzione definitiva. Inoltre sono assenti alcuni effetti tridimensionali: mi sarei aspettato vortici posteriori longitudinali a valle di una pendenza posteriore come questa. Quindi non mi fiderei affatto di questo modello quantitativo.
L’interesse mostrato dai fan Tesla rende più accesa la discussione circa la strana forma del CyberTruck. D’altra parte concentrarsi soltanto sul coefficiente di resistenza aerodinamica potrebbe deviare l’attenzione da altri fattori che concorrono per definire l’efficienza energetica di un veicolo elettrico.
Il coefficiente di resistenza come concetto è utile, ma è solo un punto di riferimento. Non dice nulla su come vari la resistenza con basse intensità di venti trasversali, come il veicolo risponda alle raffiche trasversali stesse o quale sia il consumo complessivo di energia.
Detto ciò, non ci resta che aspettare che Tesla diffonda i dati ufficiali.