Storico accordo: General Motors produrrà modelli Honda
Honda Motor delegherà la produzione di alcuni modelli elettrici alla General Motors secondo nuovo accordo. È questo l’ultimo, sorprendente risvolto di una collaborazione fra le due Case automobilistiche che nel corso degli ultimi mesi si è fatta gradualmente più profonda.
La novità è stata riportata dal portale specializzato Automotive News citando fonti autorevoli. È bene sottolineare che, a oggi, la notizia non è stata ancora confermata ufficialmente dalle aziende coinvolte. Questo non appare affatto in contrasto con la generalizzata tendenza alla fusione in gruppi di dimensioni sempre maggiori che caratterizza l’industria autoveicolistica da tempo; ma è senza dubbio degna di attenzione data la sua natura potenzialmente rivoluzionaria per il settore.
Un periodo di forzata transizione per il mondo dell’Automotive
La politica internazionale ha designato la propulsione elettrica quale unico futuro del trasporto privato. Di fatto imponendo alle Case di muoversi in questa direzione facendo leva sull’unico aspetto davvero in grado di produrre risultati in tempi brevi: quello economico. Sono infatti ingenti le sanzioni previste per le aziende che non dovessero rispettare i limiti di emissioni imposti dalle sempre più stringenti normative anti-inquinamento.
Le conseguenze sono facilmente identificabili nelle scelte operate da tutti i più grandi nomi del settore: decisi tagli ai progetti focalizzati sui motori endotermici da un lato, investimenti miliardari a breve e medio termine sulla tecnologia elettrica dall’altro. Uno sforzo senza precedenti per un’industria abituata a lente e graduali evoluzioni tecnologiche. Tanto da mettere in difficoltà anche i gruppi industriali più grandi di fronte alla necessità di un ripensamento completo del modo in cui gli autoveicoli sono concepiti.
Inevitabile, quindi, che la più gettonata strategia di sopravvivenza sia quella de “l’unione fà la forza”: agglomerati di aziende sempre più grandi si sono formati, riunendo la maggioranza delle Case automobilistiche all’interno di poche ma immense entità.
Il discusso caso di FCA e PSA, che hanno recentemente raggiunto un accordo per la fusione, è solo l’ultimo in ordine di tempo.
Accordo General Motors-Honda: progressivo avvicinamento per due storiche rivali
Honda e General Motors, in questo quadro di generalizzata tendenza a formare alleanze per condividere con i rivali i costi della forzata transizione, non sono certo state a guardare. Già nel 2013 le due aziende annunciavano una collaborazione mirata allo sviluppo congiunto della tecnologia delle celle a combustibile (fuel cell) alimentate a idrogeno.
Nel corso degli anni successivi, il progetto deve aver prodotto risultati soddisfacenti, dato che un comunicato del 2017 fissava un termine indicativo per la messa in produzione di sistemi propulsivi basati sulle fuel cell oggetto dell’accordo. In quel momento si puntava al 2020, ma da allora l’elettrico a batteria ha prevalso su tutte le tecnologie potenzialmente concorrenti – incluse quelle basate sull’idrogeno come vettore energetico – e alterato i piani di chi ci avesse investito.
L’accordo di partenariato fra Honda e GM ne ha chiaramente risentito, ma le parti hanno preferito evolverlo piuttosto che abbandonarlo, a conferma di quanto la condivisione di risorse e competenze sia fondamentale nella corsa all’elettrificazione: risale infatti allo scorso aprile l’annuncio di un’avviata collaborazione fra i due colossi in tema di tecnologia delle batterie, oramai standard de facto nell’ambito delle auto a propulsione elettrica. Nel dettaglio, il piano prevedeva di lavorare congiuntamente alle batterie Ultium su cui General Motors era già da tempo impegnata, con l’obiettivo di utilizzarle per futuri modelli marchiati Honda.
Già di per sé indice di rapporti consolidati, questo annuncio è stato poi seguito – a settembre, quindi a distanza di pochi mesi – da uno ulteriore, relativo a un accordo di massima fra le due aziende per una joint venture allo scopo di condividere piattaforme e sistemi propulsivi da utilizzare sui modelli destinati al Nord America. Una collaborazione che va ad aggiungersi a quella già in essere nel settore della guida autonoma, con il coinvolgimento della società specializzata Cruise, sin dal 2018.
Honda e GM sono acerrime rivali, soprattutto sul mercato statunitense, che costituisce il principale terreno di caccia per i Giapponesi e il secondo – dietro solamente alla Cina – per gli Americani. Alla luce di ciò, una relazione così intima non costituisce certamente la norma e infatti, pochi giorni fa sono emersi ulteriori sviluppi.
Le novità dell’accordo
Le più recenti novità sull’argomento parlano di un accordo per la produzione di veicoli a marchio Honda e Acura (il brand premium della Casa del Sol Levante negli USA) all’interno di stabilimenti della stessa General Motors! Si tratterebbe – ma potrebbe essere soltanto l’inizio – di due crossover che negli Stati Uniti definiscono “compatti” (CUV – Compact Utility Vehicles), ma che in Europa sarebbero da considerarsi di medie dimensioni.
L’uno, marchiato Honda, verrebbe prodotto in Messico, in uno stabilimento attualmente impegnato a sfornare prodotti Chevrolet, uno dei marchi facenti parte del gruppo General Motors. L’altro, recante le insegne Acura, sarebbe invece destinato all’impianto nel Tennessee che un tempo aveva in carico la produzione Saturn, terminata nel 2009.
Moneta di scambio nell’accordo è la conoscenza d’avanguardia di cui in Honda dispongono nel campo dei veicoli elettrici. Il gruppo General Motors ne beneficerà, concedendo da parte sua l’uso delle proprie linee di produzione, in aggiunta alle batterie già parte degli accordi precedenti. Vantaggio per entrambe le parti, la condivisione dei costi di ingegnerizzazione e produzione dei futuri modelli elettrici che andranno a comporre le rispettive gamme.
Sembra quindi che – almeno negli USA – le future auto elettriche di Honda e General Motors sfrutteranno non solo le medesime tecnologie, ma molti componenti comuni. Una prassi oramai generalizzata in molti dei concorrenti e che rappresenta uno dei compromessi a cui dover scendere per poter affrontare la sfida della transizione verso la mobilità del futuro.
A cura di Andrea Giovanelli