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F1, Portimao: come i circuiti con variazioni di quota incidono sulle monoposto e sui piloti

Una delle caratteristiche più distintive del circuito di Portimao è il frequente cambio di quota. Il circuito sale e scende drasticamente durante il giro come un ottovolante. Questi cambiamenti di pendenza sono molto più ripidi di quanto appaiano in TV, ma sebbene non rappresentino una sfida tecnica per le auto stesse, hanno un impatto molto maggiore per i piloti.

Il cambiamento di elevazione non influisce sulle prestazioni dell’auto quanto ci si potrebbe aspettare. Mette un po’ più a dura prova le monoposto, ma sono costruite per gestire importanti carichi aerodinamici ad alte velocità. Pertanto un po’ di compressione extra sulle sospensioni non rappresenta un problema per le moderne macchine di Formula 1.

Ma diversi tipi di cambio di elevazione influiscono sulle vetture in modi diversi, a seconda del circuito e della topografia. Considera Spa-Francorchamps ad esempio. Il tratto in discesa che porta all’Eau Rouge-Raidillon richiede ai team di aumentare l’altezza da terra anteriore dell’auto. Questo per gestire le forze di compressione verticale di circa 3G che l’auto subisce in quel tratto, poiché viene spinta contro l’asfalto attraverso l’improvviso cambio da discesa a salita mentre i piloti sono a velocità molto sostenute.

Partenza GP Portogallo sul circuito di Portimao nel 2020

La compressione verticale degli pneumatici e delle sospensioni in questo tratto di pista è una delle più alte del calendario. Inoltre, a Spa, troviamo il dislivello più grande (102 metri tra il punto più alto e quello più basso) in Formula 1.

Come cambia il comportamento delle monoposto a Portimao

Eppure questo livello di compressione non è un fattore importante in una pista come Portimao, perché mentre ci sono alcuni pendii ripidi, i cambi di elevazione non sono presi a velocità così elevate. Anche il dislivello dal punto più basso a quello più alto non è così importante come quello presente a Spa. Troviamo, infatti, una differenza di quota di poco inferiore ai 30 metri, ma i saliscendi sono più frequenti.

Tuttavia, queste ondulazioni hanno influenza sul modo in cui l’auto si comporta e reagisce durante un giro. Innanzitutto, a Portimao ci sono ingressi e uscite di curve in salita e in discesa, quindi un mix di variazioni di pendenza. Non puoi impostare l’auto per l’uno o l’altro, perché comprometterebbe troppi altri elementi, quindi è necessario trovare una via di mezzo per garantire che l’auto reagisca abbastanza bene in quel mix di curve.

Le difficoltà nell’affrontare curve con variazione di pendenza

In secondo luogo, un fattore interessante a Portimao sono le uscite di curva in discesa. Il carico dell’auto tende ad alleggerirsi in uscite come la curva 11, che ha un dislivello di 16 metri. Non a causa della gravità e del carico aerodinamico, ma i piloti avvertono ancora una notevole mancanza di aderenza e questo può rendere l’auto più instabile. Rende anche la fase di uscita curva in cui serve la massima trazione un fattore complesso.

Portimao: come incidono le variazioni di quota sui piloti

Per quanto riguarda i piloti, invece, la storia è un po’ più complessa e delicata. Guardando nel dettaglio Portimao, il cambio di quota ha un impatto molto maggiore sui piloti rispetto alle vetture. Le ondulazioni creano difficoltà a trovare l’apice della curva, come succede ad esempio alle curve 8, 11 e 13. Ciò rende più difficile per loro vedere gli ingressi in curva e trovare punti di riferimento per la frenata e il cambio direzione.

Per questo motivo, diventa più difficile imparare la pista e andare forti sin dai primi giri. Probabilmente il tratto più difficile per i piloti sono le curve curva 10 e 11, perché troviamo una doppia curva a destra con un ingresso cieco, poiché la pista sale di circa 12 metri, e una ripida discesa all’uscita di 16 metri. Più ripida è la pendenza, più un’auto di Formula 1 si alleggerisce.

AlphaTauri e McLaren

Tuttavia, la zona di contatto tra pneumatici e asfalto si riduce di conseguenza e questo influisce sull’aderenza che il pilota ha in uscita curva. Quindi, rende l’auto un po’ più imprevedibile in questi punti su piste come Portimao.

L’ingresso cieco alla sequenza di curve 10/11 e la larghezza della pista significa che vedremo molti approcci diversi da parte dei piloti, in particolare durante le prove libere, dove stanno trovando il limite. Anche con l’ingresso cieco però, con il tempo e con l’esperienza, sanno esattamente dove puntare l’auto.

I cambi di elevazione mettono un po’ più sotto sforzo il corpo del pilota e rendono le cose più impegnative fisicamente durante un giro. Anche se questo non è un problema troppo grave a Portimao, a causa della velocità con cui i piloti affrontano le creste e gli avvallamenti. In un circuito come quello di Spa-Francorchamps, questa è una storia diversa.

La decompressione attraverso l’Eau Rouge, ad esempio, è massiccia. Così come esercita più forze attraverso l’auto e i suoi componenti, anche il pilota subisce ulteriori sforzi. La natura ondulata di alcune piste ha un piccolo ma importante impatto sulla corsa stessa. Ad esempio, a Portimao i cambi di quota e gli ingressi ciechi fanno sì che i piloti possono seguire diverse traiettorie. Ciò porta a creare più opportunità di sorpasso, ma al contempo anche più opportunità di errore.

Gli ingressi alle curve cieche aumentano anche il rischio di errori nelle qualifiche poiché i piloti stanno scegliendo punti di frenata o di svolta andando al limite. Vedremo questa domenica chi riuscirà a domare le “montagne russe di Portimao”.