GP Monaco F1: quanto è impegnativo il tracciato per auto e piloti?
Sono passati pochissimi giorni dal Gran Premio di Spagna, gara che ha riservato molti colpi di scena in ottica campionato, sia costruttori che piloti. Già da questo venerdì i motori delle monoposto di Formula 1 si riaccenderanno per il GP di Monaco 2022. Si tratta dell’appuntamento più glamour del calendario, per alcuni appassionati una “noia”, mentre per i piloti un vero e proprio duello a tu per tu con i guardrail per un’ora e mezza di gara dove il minimo errore di distrazione porta all’incontro ravvicinato con le barriere. Si tratta di un circuito unico e il livello di concentrazione richiesto per ogni giro da percorrere è incredibilmente elevato.
GP Monaco: alcune caratteristiche del circuito
Il circuito di Monte Carlo è il tracciato più corto del calendario della Formula 1, con soli 3.337 km di lunghezza. È quasi un chilometro più corto del circuito di Zandvoort, ritenuto il secondo più breve in calendario. Tra le caratteristiche troviamo anche la minor distanza tra la piazzola della pole e la prima curva. Il punto di frenata per la Sainte Devote (questo è il nome della prima curva) è a soli 114 metri. Ciò significa che ci sono meno possibilità di guadagnare posizioni al via.
Solo il 42% del tempo sul giro a Monaco è percorso con l’acceleratore a tavoletta. Si tratta della percentuale più bassa fra tutte le piste di Formula 1 in programma quest’anno. Si tratta di un tracciato abbastanza impegnativo per quanto riguarda i cambi di marcia. Parliamo di 52 cambiate con ad ogni giro, ma data la pista corta e la mancanza di lunghi rettilinei, altre piste come Baku presentano molti più cambi di marcia, circa 68.
Delle sette gare della stagione inaugurale 1950 della F1, cinque di esse rimangono in calendario nel 2022: i Gran Premi di Gran Bretagna, Monaco, Belgio, Francia e Italia. E ancora oggi quattro piste ospitano gare di Formula 1: Silverstone, Circuit de Monaco, Spa-Francorchamps e Monza.
Cosa rende Monaco così speciale?
Mentre molti circuiti cittadini hanno ospitato gare di Formula 1 nel corso degli anni, nessuno è come quello di Monte Carlo. L’ambientazione, la storia, il rischio e la gloria di chi arriva in prima posizione qui è senza precedenti. Molti fattori rendono Monaco una delle sfide più singolari della Formula 1. Le auto corrono sulle strade di Monaco dal 1929 e in F1 dalla stagione di debutto di questo sport, il 1950. Rinomata per il suo glamour e prestigio, fa parte della Triple Crown del motorsport insieme alla 500 Miglia di Indianapolis e alla 24 Ore di Le Mans.
E mentre le altre due gare sono più incentrate sulla resistenza, il Gran Premio di Monaco è una gara molto più breve, ma con incredibili livelli di intensità e concentrazione. Per quanto riguarda il layout della pista, il circuito è costituito prevalentemente da curve a bassa e media velocità. Il suo layout stretto non è cambiato molto nel corso degli anni, ma le auto sicuramente si. Questo non fa che aumentare la sfida per i piloti: le auto di oggi sono molto più ingombranti rispetto a quelle di alcuni decenni fa, il che rende anche più difficile il sorpasso.
Ma quanto è dura per i piloti? Ce lo spiega Lewis Hamilton: “Di solito dopo quella gara, sei mentalmente distrutto per un paio di giorni“. Altre piste richiedono un mix di forza fisica e mentale. A Monaco il focus è molto più incentrato sul lato mentale, per via dei livelli di concentrazione necessari per percorrere un giro del circuito. Non si tratta di un circuito estremamente fisico perché non si raggiungono velocità estremamente elevate e non si raggiungono elevati valori di forze G laterali e longitudinali.
In un solo giro a Monaco, i piloti hanno poco tempo per riposarsi, portando il multitasking a un livello superiore. Bilanciare i freni, l’acceleratore, lo sterzo, gestire le forze e sentire ciò che l’auto sta facendo attraverso il loro corpo, e anche prestare attenzione a ciò che li circonda: c’è molto da affrontare per i piloti durante un giro!
E poi devi considerare anche che i piloti effettuano cambi e regolazioni sul volante mentre percorrono il circuito. Con pochi rettilinei, non ci sono molte opportunità per togliere la mano dal volante e regolare in tempo reale i vari parametri. Quindi i team devono davvero considerare se vale la pena rischiare che i piloti apportino tali regolazioni.
Che tipo di setup è richiesto alle monoposto?
Le scuderie sono da tempo al lavoro sui simulatori al computer per cercare il setup più idoneo. Quindi a quel punto si portano i dati su pista nel venerdì e si aggiusta il setup fino alla terza sessione di prove libere del sabato. Dopodiché con il parco chiuso, ad eccezione di pochissime regolazioni, non è più possibile intervenire sull’auto.
Le qualifiche hanno molta più importanza a Monaco rispetto ad altre piste perché è molto difficile sorpassare in gara. Il tracciato è molto stretto, c’è solo una zona DRS e ci sono pochi lunghi rettilinei e zone di frenata importanti per favorire i sorpassi. Bisogna porre anche più attenzione alla strategia di gara, come un modo per guadagnare posizioni.
Le velocità in curva a Monaco sono molto basse e quindi le squadre impostano un setup con il massimo carico aerodinamico possibile sulla vettura. I tecnici variano anche settaggi come la geometria dello sterzo per i tornanti molto stretti e aumentano l’altezza di marcia per affrontare la natura accidentata delle strade di Monaco, tra cordoli rialzati e cunette.
La configurazione deve essere coerente e prevedibile, con una configurazione più stabile che porti a meno errori e sorprese. Anche il tempo in pista è molto importante in quanto Monaco è un tracciato in cui i piloti devono aumentare il proprio ritmo che è impostato sulla fiducia nella vettura.
“Per registrare il giro perfetto a Monaco devi avere una macchina leggera e agile, devi avere molto carico aerodinamico, il giusto rapporto peso/potenza, la giusta traiettoria, aria pulita davanti a te, impegno, e devi essere disposto a sfiorare le barriere“, afferma Lewis. “È una pista dove devi sfruttare tutto ciò che hai a disposizione. Su altri circuiti, puoi decidere di frenare un po’ prima per assicurarti una buona uscita di curva. A Monaco devi andare al massimo sia in entrata sia in uscita“.