Per decenni i Monster Truck hanno catturato l’interesse degli appassionati di motori. Non si può far a meno di ammirare questi colossi con tantissima potenza, coppia e ruote immense. Ma com’è nata la moda dei Monster Truck? Bisogna tornare indietro fino agli anni Settanta. Fu in quel periodo che iniziò a formarsi il gusto americano per i pick-up e la loro capacità di fare molto di più che trasportare persone e carichi da un posto all’altro. Da quel momento, fino all’odierno Monster Jam, il monster truck, come è ormai noto, è diventato la versione motorizzata di un wrestler di Wrestlemania.
Come già anticipato, questo tipo di veicolo iniziò a prendere forma negli anni ’70, alimentato dal crescente interesse per l’uso di pick-up per le competizioni nel fango e traino di veicoli pesanti. Il loro utilizzo in tali competizioni richiedeva un’altezza da terra superiore al normale, un fattore che ha portato a questi veicoli con altezze da terra impensabili per l’epoca.
Man mano che nascevano sempre più pick-up sollevati, la natura umana intervenne e iniziò l’onnipotente guerra del “ce l’ho più grande”. La necessità di determinare chi ha il pick-up più grande ha portato a concorsi nazionali o locali per risolvere la controversia.
Il monster truck e il suo utilizzo come lo conosciamo oggi sono nati all’inizio del 1970, quando l’ex direttore dei lavori Bob Chandler decise di acquistare un pick-up Ford F250 del 1974. Appassionato di fuoristrada, Chandler utilizzò il suo garage e il suo vicino, Jim Kramer, per creare il Midwest 4 Wheel Drive Center, un luogo dove potessero riparare il pick-up fuoristrada malconcio. Il povero F250 divenne il banco di prova per gli esperimenti di ingegneria di Chandler e Kramer.
Presto, portare l’F250 modificato per un giro su terreni accidentati non era più sufficiente per Chandler. Gli esperimenti continuarono ad un ritmo accelerato, con Chandler che cercò successivamente di adattare l’idea dell’esercito americano di un meccanismo di sterzo a due assi al suo pick-up. Ma con una svolta: ciò che alla fine Chandler aveva inventato, fu il 4x4x4: quattro ruote, quattro ruote motrici, quattro ruote sterzanti.
Allo stesso tempo, Chandler iniziò a pubblicizzare la sua attività con l’aiuto del pick-up e per trasmettere meglio il messaggio aveva bisogno di un nome. Approfittando di un soprannome datogli dai suoi soci, Chandler battezzò l’F250 “Bigfoot“. Nel 1979, Chandler iniziò a mostrare Bigfoot in pubblico, per mostrare le sue capacità e per pubblicizzare la sua attività.
Una videocamera, due auto pronte per la demolizione e un vicino di casa dalla mentalità aperta, disposto a rinunciare al suo campo per uno strano esperimento. Questo è tutto ciò che è servito a Bigfoot per inaugurare una nuova era sia nell’intrattenimento che nei metodi di distruzione delle autovetture. Chandler prese le due auto, le posizionò sul terreno, sistemò la telecamera e registrò sadicamente le due auto che venivano schiacciate dal monster truck.
Naturalmente, il comportamento infantile del “guarda cosa abbiamo fatto” e la necessità di pubblicizzare ulteriormente la sua attività portarono Chandler a mostrare a tutti la sua ripresa. Gli appassionati di fuoristrada e di sport motoristici iniziarono a diffondere sia le notizie che le immagini, fino a quando queste ultime catturarono l’attenzione di un promotore di eventi sportivi. Quest’ultimo convinse Chandler a ripetere l’acrobazia avanti ad un pubblico numeroso.
Con la diffusione della notizia del nuovo atto in città, sempre più proprietari di pick-up iniziarono a modificare i loro veicoli. Presto, gli eventi carmageddon diventarono spettacoli di contorno negli eventi di traino di trattori e pick-up. Questo non durò a lungo, poiché i monster truck, più belli e più forti delle loro controparti non ottimizzate, presero il centro dell’attenzione diventando il fulcro degli eventi.
La rete televisiva ESPN iniziò a trasmettere eventi di monster truck, creando presto, insieme al numero crescente di veicoli sollevati da terra, la necessità di un campionato. Il primo confronto televisivo di monster truck ebbe luogo nel 1983 e vide Bigfoot di Chandler e USA-1 di Everett Jasmer. Guidato dal debuttante Rod Litzau, USA-1 riuscì, in maniera spettacolare, a battere Bigfoot a Louisville, Kentucky, rimandando così il team Bigfoot ai box, per concentrarsi più sulla ricerca e sviluppo che sulle corse.
E così fecero. Con l’aiuto del progresso tecnologico, Chandler progettò un telaio tubolare e un sistema di sospensione con escursione di 60 centimetri. In questo modo la successiva generazione di Bigfoot poteva vantare una corsa della sospensione quattro volte superiore rispetto a tutte le generazioni precedenti. Il nuovo Bigfoot fece il suo debutto nel 1989, a Indianapolis, al Four Wheel and Off Road Jamboree. Fu anche un evento speciale per Bigfoot, poiché celebrò il suo 5.000° spettacolo, un’opportunità perfetta per tutti i Bigfoot mai costruiti per riunirsi in un unico luogo.
In tutti questi decenni, Bigfoot è stato realizzato in 18 versioni differenti, numerate da 1 a 19 (saltando la numero 13 per scaramanzia) e altri quattro “cugini”: Ms. Bigfoot, Bigfoot Shuttle, Bigfoot Fasttrax e Unnembered Bigfoot.
La maggior parte dei Bigfoot è ancora in servizio. Di quelli esistenti, la maggior parte è stata venduta o viene utilizzata come veicolo di esposizione. La versione 9 è stata confiscata in Brasile nel 1998, dove rimane ancora oggi, mentre la versione 14 stabilì nel 1999 il record per il salto più lungo fatto con un monster truck, superando un Boeing 727 lungo 61,5 m. Qui sotto riportiamo il video di quell’impresa.