Automotive

Wet Nellie: la storia dell’auto sottomarino usata da James Bond

Sebbene l’Aston Martin DB5, l’auto più famosa di tutti i tempi nel mondo del cinema, sia stata utilizzata in non meno di cinque film della serie di James Bond, un altro veicolo di Bond risulta altrettanto importante ed è una vettura “mutaforma” che è sicuramente quella più impressionante fra tutte. Stiamo ovviamente parlando della Lotus Esprit S1 bianca che è in parte auto, in parte un sottomarino, chiamata Wet Nellie, che ha fatto la storia in “La spia che mi amava” del 1977.

Il terzo film di James Bond con Roger Moore nei panni di 007, “The Spy Who Loved Me” è probabilmente tra i primi cinque film più popolari del famoso franchise, soprattutto grazie all’ampio uso della Lotus nelle scene subacquee. La trama ruotava attorno a un cattivo megalomane amante dell’acqua di nome Karl Stromberg, che voleva, molto banalmente, cancellare tutta l’umanità dalla faccia della Terra. L’idea di base era che avrebbe rubato missili sia dai sottomarini americani che russi, li avrebbe usati contro tutta l’umanità, dopodiché si sarebbe ritirato nel suo nuovo regno sottomarino dove avrebbe governato sulle persone sopravvissute.

Wet Nellie: la storia del sottomarino su ruote

Soprannominata “Wet Nellie“, la Lotus Esprit S1 bianca era un’automobile sviluppata da Q Branch, proprio come la già citata (e più famosa) DB5 del 1964, che fu guidata per la prima volta da Sean Connery in “Missione Goldenfinger“. Se “La spia che mi amava” fosse stato realizzato oggi, le scene dell’inseguimento sottomarino sarebbero state probabilmente realizzate utilizzando nient’altro che l’animazione CGI. Dato che il film è uscito nel 1977, tutte le acrobazie sono state realizzate utilizzando un vero sommergibile, che non assomigliava a nessun altro sommergibile realizzato fino a quel momento e neanche quelli futuri.

Durante le riprese sono state utilizzate non meno di sei Esprit sia in forma di “macchina reale” che di “guscio”. Ovviamente, la più spettacolare e ricca di funzionalità era la versione sommergibile, che era un vero sottomarino che utilizzava la carrozzeria della Lotus Esprit. Un’altra Esprit impermeabile è stata modificata per la sequenza in cui l’auto emerge dall’acqua su una spiaggia piena di bagnanti perplessi, mentre un’auto modificata separata è stata utilizzata per la scena in cui la Lotus si trasforma da vettura a “nuotatrice oceanica”.

Le difficoltà tecniche di un’auto del genere

Una volta abbozzata l’idea dell’auto sommergibile, solo metà dell’opera è stata a termine, visto che presto è emerso (scusa il gioco di parole) che terminare il progetto sarebbe stato molto più difficile del previsto. Prima di tutto, la distinta forma a cuneo della Lotus Esprit realizzata da Giurgiaro era molto più appropriata per generare carico aerodinamico. Ciò significava che dovevano essere apportate modifiche estese, come alette regolabili all’altezza di ogni ruota e quattro unità di azionamento elettriche con alette di virata nella parte posteriore, per mantenere il sottomarino Lotus operativo in condizioni piuttosto “normali”.

In secondo luogo, per mantenere il progetto quanto più semplice e fattibile possibile, gli addetti degli effetti speciali hanno deciso di non sigillare e pressurizzare effettivamente l’abitacolo, quindi il sommergibile Esprit era in realtà un sottomarino bagnato con sopra la carrozzeria “guscio” di una Esprit. Questo significava che l’unico modo per controllare effettivamente la “macchina” sott’acqua era con l’aiuto di due subacquei completamente equipaggiati.

I due problemi principali con il progetto iniziale del sommergibile erano la visibilità estremamente scarsa e il fatto che i quattro motori elettrici non avevano capacità di retromarcia. Il primo problema è stato pseudo-risolto con l’ausilio di un sistema a specchio che aiutava chi era a bordo a vedere sotto l’auto, mentre il secondo è stato il vero “scoglio” da superare.

Poiché non aveva modo di fare retromarcia, l’unico modo per rallentare il veicolo era spegnere i motori e lasciarlo riposare sul fondo del mare. Successivamente, una squadra di tre sommozzatori l’avrebbe risollevata nella posizione prevista. In totale, una squadra di undici sommozzatori era sott’acqua in ciascuna delle riprese dell’auto.

L’equipaggiamento della Esprit acquatica

Ovviamente, come quasi tutte le altre auto di Bond, la Lotus Esprit bianca aveva una tonnellata di equipaggiamenti curiosi, che troverai di seguito:

  • possibilità di trasformarsi in un sottomarino, completo di periscopio telescopico, ruote retrattili, quattro pinne di comando, quattro eliche posteriori e due pinne stabilizzatrici (timoni);
  • getti a spruzzo di cemento liquido dietro la targa posteriore a terra e un getto a spruzzo di inchiostro/olio simile a un calamaro per uso subacqueo;
  • distributore di mine sotto l’auto;
  • due arpioni sotto il cofano;
  • quattro lanciamissili a ricerca di calore sotto il cofano (per uso subacqueo);
  • quattro missili terra-aria a guida radar.

Tutto sommato, ci devono essere stati dei giorni piuttosto tesi durante le riprese, soprattutto considerando la speciale “logistica” coinvolta. Indovina chi ha un esemplare di Wet Nellie? Chiaramente Elon Musk!