Dischi freno Brembo & la loro evoluzione in Formula 1

Dischi freno Brembo

Dischi freno Brembo

Quando si parla di Brembo, si parla di eccellenza. L’azienda italiana leader nel settore degli impianti frenanti, rifornisce i migliori Team del mondo del Motorsport. La Brembo viene ricordata nell’immaginario collettivo per le pinze monoblocco, spesso utilizzate dalle Supercar più prestigiose. Tuttavia, l’argomento riguarderà i dischi freno Brembo e della loro evoluzione nel mondo della Formula 1. Anche se può sembrare un componente di poco conto, quando si parla del Circus, ogni dettaglio può fare la differenza.

L’approdo nel Circus

La Brembo esordì in Formula 1 nel 1975. Collaborò con la Scuderia Ferrari della quale fu fornitrice di dischi in ghisa. Ma la prima vera innovazione avvenne nel 1988 con l’introduzione della prima pinza monoblocco ricavata dal pieno. Una combinazione di rigidezza e leggerezza che rivoluzionò il modo di frenare dell’epoca. Infatti, la frenata divenne costante e i piloti non accusarono più un allungamento della corsa del pedale del freno.

I dischi freno Brembo negli ultimi vent’anni

Nel 2002 i dischi freno Brembo presentavano 72 fori. Essi erano disposti su un’unica fila con un diametro di oltre 1 cm. Successivamente nel 2006 i fori raggiunsero quota 100. Erano più piccoli e di forma ovoidale. Nel 2007 la FIA impose diametro (228 mm) e spessore (28 mm) dei dischi. Per questo, i dischi freno Brembo vennero ripensati per adattarsi alle nuove specifiche. Infatti, l’anno dopo la soluzione proposta fu un disco con fori affiancati su 2 file e che avevano una parte in comune. Il numero dei fori divenne 200.

Nel 2010 il regolamento cambiò di nuovo. Venne introdotto il divieto di rifornimento in gara e il peso delle vetture crebbe da 605 a 620 Kg. Inoltre, 2 anni dopo venne proibito l’utilizzo dei diffusori soffiati, diminuendo il carico al posteriore. Così facendo, le sollecitazioni all’anteriore aumentarono, creando il rischio di surriscaldamento dell’impianto frenante. Quindi Brembo, grazie anche allo sviluppo della fluidodinamica computazionale e delle lavorazioni meccaniche in generale, riuscì nuovamente a sorprendere. I fori raggiunsero quota 600, disposti su quattro file, con un diametro ridotto e senza la sovrapposizione degli stessi. Questo perché “la parte in comune, rubava superficie di scambio”.

Dischi freno carboceramici

Infine, il 2013 vide l’introduzione di un nuovo materiale per i dischi freni Brembo, il CER. Esso sostituiva il CCR, sempre in carbonio. Il CER aveva il merito di entrare subito in temperatura ottimale di esercizio e garantiva una risposta molto lineare. Leggi anche: Dischi freno carboceramici.

L’era ibrida

“Il regolamento fa da padrona”. Le nuove monoposto montarono motori turbo (non si vedeva dal 1988). La cilindrata fu ridotta a 1600 cc e i giri vennero limitati a 15 000 giri/min. Tuttavia, i cambiamenti più significativi videro l’introduzione di 2 motori elettrici. Ciò portò inevitabilmente ad un aumento di peso, che passò da 642 a 691 Kg. Tutti questi cambiamenti, insieme all’introduzione del Break By Wire, indusse ad una riprogettazione completa, anche dei dischi, allo scopo di ottenere un miglior smaltimento termico. I fori arrivarono a 1000. 

Appena 2 anni dopo, uno stravolgimento delle vetture, comportò un cambiamento nello spessore dei dischi che passò da 28 a 32 mm. Di conseguenza i fori raggiunsero quota 1260, fino al 2018.

Quando i dischi freno Brembo fanno parte della strategia

Già nel biennio 2017-2018 i Team di F1 potevano scegliere ben 3 tipologie di dischi in carbonio, in base alle temperature previste e/o alle strategie di gara. Nel 2020 le opzioni divennero addirittura 6. Ad esempio per l’anteriore si poteva optare per:

  • Dischi Very High Cooling con 1.470 fori disposti su 7 file
  •  Dischi High Cooling da 1.250 fori disposti su 6 file
  •  Dischi Medium Cooling da 800 fori disposti su 4 file

Era disponibile per ogni variante il cosiddetto groove. Una lavorazione del diametro esterno, che creava una sezione divergente per ottenere ulteriori vantaggi.

Quest’anno, le specifiche di ventilazione erano solamente 2. Questo per fronteggiare l’ennesimo rivoluzionario cambio dei regolamenti. Il peso delle vetture è passato da 752 a 798 Kg; l’aerodinamica è cambiata e le ruote sono passate da 13 a 18 pollici. In questo clima, anche il diametro dei dischi è aumentato. Mentre all’anteriore si è passati da 278 a 328 mm; al posteriore da 266 a 280 mm. Ma, è stato imposto anche un diametro minimo dei fori di 3 mm (al posto di 2,5 mm). Quindi, per la prima volta il numero di fori è stato ridotto passando da 1470 del 2021 a 1050 attuali.