A partire dal 10 Gennaio è possibile richiedere l’ecobonus auto e moto 2023. Il Governo ha stanziato ben 630 Milioni per poter adoperare adeguatamente la misura. Tale manovra è stata chiaramente pensata per incentivare l’acquisto di auto e veicoli meno inquinanti. Tuttavia se per alcuni, potrebbe essere una nuova spinta per il mercato; per altri, sarà un bonus poco efficace e da rivedere.
Hanno diritto all’ecobonus auto e moto 2023 tutte le persone fisiche che, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023, acquistano in Italia, anche in leasing finanziario, auto, motocicli e ciclomotori mantenendo la proprietà per almeno 12 mesi. Mentre, per le persone fisiche con ISEE inferiore a 30.000 che, dal 4 ottobre al 31 dicembre 2022, hanno acquistato auto con emissioni fino a 60 g/km CO2 è possibile richiedere un extra bonus del 40%. Resta fermo l’obbligo di mantenimento della proprietà per 12 mesi.
Le auto ammesse sono suddivise per classi di emissione e prezzo. Sono infatti ammesse all’ecobonus auto, i veicoli con prezzo di listino compresi optional (IVA esclusa) non superiore a:
Per quanto riguarda le 2 ruote, non ci sono limiti di potenza, l’importante è che siano nuovi di fabbrica. Ma per i non elettrici la Classe non deve essere inferiore a Euro 5.
L’incentivo rottamazione previsto per l’ecobonus auto 2023 è così strutturato:
Le auto ammesse per la rottamazione sono le Euro 0,1,2,3,4,5 benzina o diesel di proprietà da almeno 12 mesi.
A questo punto, tenendo presente la fascia di prezzo e la classe di emissione possiamo accedere all’ecobonus auto. L’iter prevede queste fasi:
Nota importante è che l’auto nuova dovrà essere consegnata entro 6 mesi. Scaduti i 180 giorni, il bonus viene perso.
Per ottenere il massimo dall’ecobonus auto 2023, oltre ad avere un veicolo da rottamare, bisogna optare per uno nuovo elettrico. Ricordando anche le restrizioni dettate dalla fascia di prezzo, il cerchio si stringe.
Tra le più economiche, da menzionare la Dacia Spring e la Renault Twingo Electric. Verrebbero a costare, con il massimo degli incentivi rispettivamente intorno ai 16 000 euro e i 18 000 euro. Più costosa la Fiat 500 Elettrica, intorno ai 25 000 euro. Per passare poi ad una Nissan Leaf o la MG5 Electric intorno ai 30 000 euro.
Se invece, non si vuole acquistare un auto elettrica, si può optare per alcune hybrid interessanti. Ad esempio la Maserati Tonale da 130 CV o l’Audi A1 da 150 CV, come fascia alta. La Nissan Juke da 114 CV da 22 000 euro circa. Poi la Dacia Duster o la Fiat Panda, intorno ai 15 000 euro in fascia bassa. Può interessarti anche: Dacia Jogger Hybrid.
L’ecobonus auto non può far altro che “dare impulso alla domanda di vetture green fin dai primi mesi dell’anno”. Ha dichiarato pochi giorni fa il presidente dell’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) Paolo Scudieri. Più scettico sulla misura rimane Giovanni Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, secondo il quale l’ecobonus potrebbe esaurirsi in breve tempo, come l’anno scorso e non produrre i risultati sperati. “È quindi auspicabile che il provvedimento venga modificato per rendere gli incentivi per le auto elettriche economicamente accessibili anche ad automobilisti con una capacità di spesa limitata e per dare un effettivo e significativo contributo all’eliminazione delle auto più vecchie e più inquinanti”.
Una delle criticità è proprio aver escluso le fasce di reddito più basse nell’ottenere uno sconto extra. Ciò era stato ammesso nell’ultimo trimestre 2022, come già accennato. Le auto elettriche sono ancora troppo care e sicuramente non tutti possono permettersene una. Le imprese, ad eccezione delle aziende di car-sharing sono escluse dall’ecobonus auto. Questo è sicuramente un freno per il mercato. Altro fattore di perplessità è che il bonus viene accettato se la macchina viene consegnata entro 6 mesi dall’acquisto. Con la crisi dei chip, è difficile, allo stato attuale che un’auto sia pronta entro tale limite. I prezzi limiti fissati sono inferiori per le elettriche piuttosto che per le plug-in. Dovrebbe essere il contrario.
“Per le fasce meno inquinanti, come elettriche e plug-in, sono stati abbassati i price cap, scendendo a quota 35 mila euro, iva esclusa, ma restano comunque modelli non alla portata di tutti. Molti di quelli che hanno già beneficiato in passato degli incentivi per le vetture meno inquinanti sono clienti che avrebbero potuto acquistarle anche senza bonus, senza contare che spesso sono seconde macchine”. Così ha spiegato Andrea Cardinali, direttore generale dell’Unrae, l’associazione che rappresenta le Case estere operanti sul mercato italiano.
Insomma, vedremo se ci saranno cambiamenti in corso per ottenere una spinta adeguata.