Automotive

McLaren Elva, la barchetta secondo Woking

McLaren Elva è una barchetta che nella gamma della casa di Woking si colloca nella Ultimate Series, andando ad affiancare modelli come la Speedtail e la Senna.
Facciamo un attimo chiarezza sull’organizzazione della gamma McLaren: essa è suddivisa in quattro categorie, che sono Sports Series, Super Series e Ultimate Series.

Il nome Elva non è inedito per McLaren: negli anni ’60 la vettura M1B venne prodotta in alcuni esemplari stradali dalla Elva Cars.

La Elva si ricollega quindi idealmente alla M1B, riprendendo il concetto di estrema leggerezza abbinato ad una carrozzeria ridotta all’osso. Precisamente si tratta di una carrozzeria barchetta, che fa completamente a meno del parabrezza e della capote.

McLaren Elva: leggerezza e 815 CV assicurano prestazioni mozzafiato

È estremamente leggera, la più leggera McLaren stradale mai prodotta, a detta della Casa inglese, e in posizione centrale è collocato l’ormai noto V8 biturbo 4 litri in grado di sprigionare 815 CV e 800 Nm di coppia, che le permette di scattare da 0 a 100 km/h in meno di 3 secondi e da 0 a 200 km/h in 6,7”, ossia 0,1” in meno rispetto alla Senna.Il cambio è un doppia frizione a sette rapporti e la trazione è ovviamente sulle ruote posteriori.

L’impianto frenante è di primo ordine: troviamo dei dischi carboceramici dal diametro di 390 mm sottoposti a sinterizzazione, trattamento che ne aumenta la resistenza e la conduttività termica. Rispetto a dischi carboceramici tradizionali sono più compatti e quindi si riducono anche le masse non sospese

La macchina è stata sviluppata intorno alla scocca Monocell II, interamente in fibra di carbonio, come da tradizione per la casa. Dello stesso materiale è fatta gran parte della carrozzeria. Per contenere ulteriormente il peso sono state poi adottate alcune soluzioni molto interessanti, come l’uso del titanio e inconel per gli scarichi (prodotti con la stampa 3D).

PH: Forbes Italia

Un abitacolo essenziale

L’abitacolo della McLaren Elva è davvero essenziale (non dispone di serie neanche dell’impianto stereo). Un tunnel in fibra di carbonio, nel quale sono collocati i pulsanti di gestione del cambio e il pulsante di accensione, divide guidatore e passeggero; il carbonio è utilizzato anche per la struttura degli avvolgenti sedili. Alle spalle dei due occupanti vi sono poi due “gobbe” di protezione che vanno a raccordarsi armoniosamente con il cofano posteriore.

L’isolamento dell’abitacolo, che non è fisicamente protetto da un parabrezza, né tantomeno da una capote di tela o da un tettuccio rigido, è garantito da un ingegnoso sistema che prende il nome di Active Air Management System: ad alte velocità un deflettore di carbonio posizionato all’interno del condotto posizionato nel frontale si alza fino a 150 mm in modo da far passare l’aria sopra la testa degli occupanti. Si può apprezzarne meglio il funzionamento guardando il video sottostante, che visualizza l’andamento dei flussi con il sistema AAMS attivato: come potete vedere si va a creare una “bolla” che protegge l’abitacolo, riproducendo aerodinamicamente un parabrezza e un tettuccio fisico. Ciò rende superfluo l’utilizzo del casco. A basse velocità il condotto è sigillato e l’aria viene convogliata tutta verso i due radiatori che sono posizionati davanti alle ruote anteriori (uno serve per l’olio del cambio mentre l’altro agisce come un intercooler.

Quest’auto sarà prodotta in soli 399 esemplari, con un prezzo di partenza pari a ben 1.737.731 euro. Potenzialmente ognuno di questi sarà unico, dato che saranno altamente personalizzabili dai facoltosi clienti che avranno la fortuna di metterla nel proprio garage.